SPAGNA. Il Tribunale dei Diritti dell’Uomo assolve il negazionista Varela

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Il Tribunale europeo per i diritti dell’Uomo ha obbligato la Spagna a risarcire con 13mila euro lo scrittore spagnolo Pedro Varela, in quanto sarebbe stato violato il suo diritto alla difesa in un recente processo per negazionismo.
Già nel 1996 Varela era stato condannato a cinque anni di reclusione per avere negato l’Olocausto e, si era detto, favorito l’odio razziale; aveva quindi presentato ricorso sostenendo che non era stato riconosciuto il diritto costituzionale alla libertà di espressione ed il Tribunale costituzionale, chiamato a pronunciarsi sul conflitto di un articolo del codice penale, stabilì che la negazione dell’olocausto non implicasse di per sé un reato.
Dopo aver modificato il capo di imputazione, il giudice di Barcellona condannò quindi Varela a sette mesi  per avere giustificato in molti suoi libri il genocidio, ma Varela si appellò contro tale decisione al Tribunale europeo dei diritti dell’Uomo, il quale oggi ha accolto il ricorso il quanto non vennero rispettati i diritti alla difesa dell’imputato.
Varela in passato ha trascorso 15 mesi in carcere, sempre per via dei suoi scritti negazionisti.