Stati Uniti. Effetti e reazioni dopo l’accordo di Obama con Cuba

di Manuel Giannantonio –

cuba_muralesDopo il braccio di ferro tra Barack Obama e Raul Castro è arrivato l’annuncio sull’accordo per misure concrete finalizzate ad un cambiamento storico nelle relazioni che legano i due paesi. Liberazione per Washington di cinque agenti cubani prigionieri negli Stati Uniti dal 1998 e il ritorno di Alan Gross, imprigionato a Cuba dal 2009, misure di alleggerimento che mirano all’eliminazione dell’embargo e permettano la libera circolazione delle persone.
Obama ha dichiarato in spagnolo: “Siamo tutti americani”, comunicando di fatto il ristabilimento progressivo delle relazioni diplomatiche tra Cuba e gli Stati Uniti. Di fatto il 44° presidente americano ha riconosciuto il fallimento degli ultimi cinquant’anni di politica Usa. Mentre la rottura con Cuba e l’embargo imposto dal 1962 all’isola mirava ad esercitare maggiori pressioni in favore di un’apertura politica ed economica, Obama ha osservato che questa strategia ha avuto effetti controproducenti, contribuendo al proseguimento di una politica di natura autoritaria.
Le conseguenze relative all’eliminazione dell’embargo sarebbero in effetti importanti. Economicamente i nordamericani potranno investire capitali in tutti i settori, come fecero in Vietnam dopo la normalizzazione delle relazioni tra i due paesi. I cubani potrebbero vedersi così migliorare le proprie condizioni di vita quotidiane.
Questo accordo è sopraggiunto in un momento in cui l’economia venezuelana versa in condizioni catastrofiche, dalla problematica gestione Chavez al ribasso dei prezzi del petrolio. Se gli Stati Uniti si sostituiranno al Venezuela, i cui trasferimenti si aggirano intorno ai 4 ai 5 miliardi di euro all’anno, Cuba vedrebbe fortemente aumentare i suoi flussi finanziari.
Tuttavia, la decisione di Obama rischia di scontrarsi con il conservatorismo dei repubblicani al Congresso americano, nel quale ormai i democratici si trovano in minoranza.  Tra i massimi rappresentati dei repubblicani figura Jeb Bush, che ha già dichiarato di volersi candidare alle prossime primarie, il quale vede solo i fratelli Castro beneficiari di questo accordo. Il presidente della Camera, John Boehner, è invece contrario all’eliminazione di sanzioni nei confronti di “una dittatura insensata”.
Obama può comunque godere del sostegno della famiglia del segretario di Stato, John Kerry, e del capo della maggioranza del Senato, Harry Reid; quanto all’America Latina le reazioni sono state unanimemente favorevoli.
Il presidente di Panama, Juan Carlos Varela, aveva in passato sperato che questo sogno potesse concretizzarsi e, per il prossimo futuro, dice di intravedere una regione unita.
La liberalizzazione politica del regime cubano sarà senz’altro un processo lungo ma il popolo dell’isola resta comunque unito contro le avversità.