Sud Kordofan e Nilo Blu: il sangue bagna una terra povera, ma ricca di risorse e di materie prime

di Giacomo Dolzani –

Proseguono senza tregua le violenze province meridionali del Sudan tra l’esercito regolare e i guerriglieri appartenenti ai diversi gruppi etnici ribelli che imperversano nelle regioni del Sud Kordofan e del Nilo Blu.
Solo poche ore fa è stato registrato l’ennesimo scontro in cui, a quanto riferito dal portavoce dell’esercito di Khartoum, hanno perso la vita oltre 70 guerriglieri e durante il quale sono stati sequestrati due carri armati T-55.
Diversa invece la versione dei ribelli, secondo i quali le loro perdite ammonterebbero appena a cinque unità oltre all’aver registrato l’abbattimento di un elicottero sudanese; questi infatti vogliono evitare che notizie di sconfitte e di grandi quantità di caduti nelle loro file possano intaccare il morale già troppo basso dei loro combattenti.
Le regioni del Sudan meridionale interessate da questi fenomeni di guerriglia come appunto il Sud Kordofan, subiscono infatti la forte repressione delle truppe governative che, come denunciato da tempo dalle associazioni umanitarie operanti nella zona, nonostante il continuo negare di Khartoum, non si limitano a combattere i ribelli, bensì spesso distruggono raccolti e pozzi per ridurre alla fame la popolazione che sostiene i guerriglieri, causando periodicamente carestie ed epidemie che portano alla malnutrizione.
A dire del governo sudanese, a sostenere con cibo e con forniture di armi è invece Juba: nella guerra civile tra sostenitori del nord e fautori della secessione del Sud Sudan, i guerriglieri del Kordofan hanno infatti servito quest’ultimo, inimicandosi il governo sudanese che oggi controlla quelle regioni.
Le richieste dei ribelli sono che il governo di Khartoum riconosca e rispetti i diritti delle etnie che vivono nelle province meridionali del paese, in cui sono stanziate società di tipo tribale che costituiscono solo alcune delle tante minoranze presenti sul territorio sudanese e che si ritrovano spesso a fare i conti con l’esercito regolare come succede da anni anche in Darfur.
Il principale ostacolo alla pace sono però le ricchezze naturali che si celano nel sottosuolo del Sud Kordofan, ricco soprattutto di petrolio ma anche di pietre preziose ed altri minerali, che potrebbero passare sotto il controllo delle popolazioni locali se Khartoum cedesse alle loro richieste, cosa che il Sudan, dopo la secessione del Sud, avvenuta il 9 luglio 2011 con la conseguente perdita di gran parte dei suoi giacimenti petroliferi, non può permettersi.