Sud Sudan. Nuovo tentativo di accordo sul petrolio: incontro al-Bashir – Kiir

di Giacomo Dolzani –

kiir al-bashirA quanto riferito da Suna, l’agenzia di stampa ufficiale sudanese, martedì il capo del governo di Khartoum, Omar al-Bashir, sarà in visita a Juba, dove incontrerà nuovamente il presidente Salva Kiir, suo omologo sudsudanese.
La decisione di Bashir di incontrare Salva Kiir è dovuta alla necessità di ripianare molte divergenze nate tra i due paesi in seguito all’indipendenza di Juba da Khartoum il 9 luglio 2011, decretata dall’esito del referendum che ha approvato la secessione quasi all’unanimità.
Dopo la nascita del Sudan del Sud infatti si sono presentate diverse questioni scottanti, principalmente: la definizione dei confini in corrispondenza del distretto petrolifero di Abyei, rivendicato da entrambi i paesi e la spartizione dei proventi derivanti dall’estrazione del petrolio sud sudanese.
Dopo la secessione infatti Khartoum ha perso il controllo di gran parte dei propri giacimenti petroliferi (circa l’80%) che si trovavano nel sud del paese e che ora sono sotto il controllo di Juba.
Nonostante possa amministrare una quantità notevole di petrolio e di impianti estrattivi, il Sud Sudan è un paese in cui le infrastrutture sono praticamente inesistenti, le uniche sono infatti gli oleodotti che convogliano il greggio verso nord, fino a Port Sudan, il proto sul Mar Rosso nel quale sono ormeggiate le petroliere battenti bandiera sud sudanese ma amministrato da Khartoum, Juba non dispone infatti di alcun accesso al mare in cui far attraccare le proprie navi, ponendola sotto il giogo del Sudan, il quale ha spesso sfruttato questa situazione di superiorità a proprio vantaggio per influenzare e ricattare il governo del paese vicino.
A pochi mesi dall’indipendenza infatti Khartoum impose una pesante tassa sul greggio sud sudanese transitato attraverso i propri oleodotti, circa 32$/barile, che Juba si disse disponibile a pagare solo in minima parte (poco più di 1$/barile), decisione che portò il presidente al-Bashir ad ordinare il sequestro di due petroliere sud sudanesi ormeggiate a Port Sudan come risarcimento per i mancati introiti, cosa che scatenò una crisi che portò Salva Kiir a decidere per il blocco dell’attività estrattiva nei propri impianti, con l’obbiettivo di danneggiare il vicino rivale, ma con l’unico effetto di azzerare le proprie entrate, costituite quasi al 100% dai proventi derivanti dalla vendita del greggio.
In seguito a vari meeting tenutisi ad Addis Abeba sotto l’egida della comunità internazionale si risolse in parte la questione petrolifera e si provò a portare la pace sui confini, dove la situazione stava per precipitare in un nuovo conflitto, con invasioni e bombardamenti della città di Abyei da parte delle forze armate di entrambi i contendenti.
Con una serie di alti e bassi e diversi altri vertici si sono raggiunti accordi che dovrebbero stabilizzare la situazione i quali però non sono ancora stati applicati, la visita in programma per la prossima settimana di Bashir a Juba ha come obbiettivo proprio questo, trovare una convergenza per l’applicazione ed il rispetto degli impegni presi da entrambi i paesi in oltre due anni di faticose trattative.