Sudafrica. Riduzione degli organici e conseguenti scioperi alla Amplats

di Giacomo Dolzani –

amplastIl piano che prevede migliaia di licenziamenti nelle miniere di Rustemburg e Nord Pilanesberg, annunciato da Anglo American Platinum (Amplats), membro del gruppo Anglo American, colosso inglese del settore minerario, ha portato la sigla sindacale Amcu (Association of Mineworkers and Construction Union) ad indire uno sciopero ad oltranza per protestare contro questi tagli a partire dal 27 settembre.
Amplats, in un comunicato, fa sapere che la riduzione dell’organico fa parte di un programma di miglioramento della “sostenibilità e competitività nel settore dell’estrazione del platino che a lungo termine porterà risultati positivi”.
Sempre secondo le dichiarazioni rilasciate dalla compagnia, nelle trattative con le sigle sindacali riconosciute (Num, Numsa e Uasa) si sarebbe già raggiunto un accordo per ridurre di oltre la metà il numero degli esuberi: dai 14mila iniziali a circa 6000.
Oltre a questo ridimensionamento del programma di licenziamenti l’azienda, con le misure prese assieme ai suoi principali partner quali reintegrazione in altri settori e prepensionamento, da quanto dichiarato avrebbe portato approssimativamente a 3300 il numero di operai che perderanno il loro posto di lavoro.
Stando ai dati forniti da Amplats, il numero di minatori che avrebbe aderito allo sciopero sarebbe meno del 20% del totale ed il ritmo di produzione non ha subito eccessivi contraccolpi.
Su questo argomento è intervenuto anche Chris Griffith, amministratore delegato di Anglo American Platinum, affermando che “la compagnia è sottoposta ad una tremenda pressione economica, scioperi ed interruzioni della produzione potrebbero causare perdite future, compromettendo la stabilità della compagnia e dei suoi 45mila impiegati”.
La recente crisi economica ha infatti causato un crollo del prezzo delle materie prime, riducendo significativamente gli introiti delle compagnie minerarie, obbligandole ad applicare misure drastiche e su larga scala che hanno spesso portato ad episodi di ribellione tra i minatori, con esiti anche tragici come la strage durante uno sciopero alla miniera di Marikana, di proprietà di Lonmin, avvenuta nell’agosto del 2012 e che causò 44 vittime.