Sudan. Approvato disegno di legge volto a riparare i rapporti diplomatici e commerciali con Israele

di Alberto Galvi

Il governo del Sudan ha approvato un disegno di legge che annullerà una norma di 63 anni che ha reso tese le relazioni tra il paese e Israele, e che è volto a riparare i rapporti diplomatici e commerciali fra i due stati ora ufficialmente in pace. La legge del 1958 era in linea con le politiche delle nazioni arabe nei confronti di Israele, mentre a coloro che sfidavano la legge venivano inflitte pesanti sanzioni.
Il Sudan si unisce così agli Emirati Arabi Uniti, al Bahrein e al Marocco nell’abrogare la legge che vietava alle nazioni arabe e agli alleati di fare affari con Israele. L’anno scorso l’Egitto e la Giordania sono stati gli unici paesi arabi che hanno riconosciuto Israele, mentre altri paesi arabi non riconosceranno Israele fino a quando non raggiungerà un accordo con i palestinesi.
Il governo sudanese ha ribadito una ferma posizione sulla creazione di uno stato palestinese nel quadro di una soluzione a due Stati, ed ha accettato di normalizzare le relazioni nell’ottobre dello scorso anno quale parte dell’accordo raggiunto con il governo Usa di Donald Trump che lo vedrà rimosso da una lista nera di nazioni sospettate di sponsorizzare il terrorismo, nonchè in cambio di miliardi di dolalri in cooperazione.
L’iniziativa sudanese è stata presa dal governo misto di civili e militari, che negli ultimi mesi ha accolto con favore le visite di funzionari israeliani.
L’ex presidente Omar al-Bashir è stato rimosso durante le proteste di massa nell’aprile 2019, ponendo fine ai suoi 30 anni di governo e alla sua posizione forte contro Israele. Il nuovo governo di transizione traccia così un nuovo percorso volto a recuperare posizioni nel quadro della comunità internazionale e a ricostruire l’economia dopo decenni di sanzioni statunitensi e di conflitti interni.
Questa decisione sembra dare i suoi frutti poiché il paese ha ricevuto molte visite diplomatiche, in particolare da Israele. Prima che l’ordine entri in vigore, il disegno di legge necessita ancora dell’approvazione di una riunione congiunta del Consiglio sovrano, composto da figure militari e civili e dal gabinetto del Sudan, che funge da organo legislativo provvisorio.