TAILANDIA. Il partito al potere rifiuta il rinvio delle elezioni

di Manuel Giannantonio

tailandiaIl partito al potere in Tailandia si è pronunciato lunedì contro un rinvio delle controverse elezioni legislative del 2 febbraio, nonostante il blocco organizzato domenica da parte dei manifestanti di numerosi seggi elettorali.
Il Primo ministro Yingluck Shinawatra, bersaglio delle manifestazioni reclamanti la sua testa, ha convocato delle elezioni anticipate per domenica prossima. Numerosi voci si sono alzate per reclamare il loro rinvio in ragione delle violenze che hanno già provocato la morte di dieci persone, tra i quali un leader del movimento ucciso domenica.
Circa 400.000 elettori su due milioni registrati per il voto anticipato (destinato ai Tailandesi che non possono votare il giorno previsto), sono stati impossibilitati a votare a causa dei manifestanti che hanno promesso di rinnovare il loro blocco di accesso ai seggi elettorali di domenica prossima. Il capo del Puea Thai al potere si è opposto a qualsiasi forma di rinvio elettorale, accusando la commissione elettorale di non aver fatto abbastanza per permettere l’organizzazione del voto.
“Il Peau Thai, in quanto partito politico che presenta alcuni candidati, non è d’accordo con un rinvio” delle elezioni ha dichiarato Jarupong Ruangsuwan alla stampa locale. “La commissione elettorale vuole che le elezioni avvengano regolarmente”, ha aggiunto. Il governo non ha ancora resa nota la propria posizione alla vigilia di una riunione tra Yingluck e la commissione elettorale.
I manifestanti riuniti dall’odio condiviso nei confronti di Thaksin Shinawatra, ex Primo ministro destituito dopo un colpo di Stato avvenuto nel 2006 e che ha precipitato il paese nella crisi, accusano il miliardario di dirigere il paese dal suo esilio attraverso sua sorella Yingluck.
Il principale partito d’opposizione, il Partito democratico, boicottato quanto lui alle elezioni, reclama delle riforme per assicurarsi che siano pienamente democratiche. Il Presidente del partito, Abhisit Vejjava, ha tuttavia indicato che l’opposizione potrebbe partecipare alle elezioni. Inoltre è stata redatta una “road map” per le riforme. “Potremmo decidere un calendario ragionevole per le elezioni che saranno accettate da tutti”.
Assicurando che non sosterrà l’idea di un “consiglio popolare” non eletto attraverso il quale i manifestanti vogliono sostituire il governo, ha evidenziato che Yingluck non ha la “credibilità” per supervisionare questo processo di riforme.
Per far fronte alla crisi, il governo ha messo in atto la settimana scorsa a Bangkok lo Stato d’emergenza per 60 giorni, senza che ciò non scoraggi i manifestanti che continueranno a bloccare diverse zone della capitale.