Tanzania. Alle elezioni generali vince il presidente John Magufuli e il partito CCM

di Alberto Galvi

Il presidente della Tanzania John Magufuli del partito CCM (Chama Cha Mapinduzi) è stato dichiarato il vincitore alle elezioni generali con l’84 per cento dei voti, equivalenti a 12,5 milioni di elettori; al secondo posto Tundu Lissu del partito Chadema (Party for Democracy and Progress), con il 13 per cento dei voti equivalenti a 1,9 milioni di elettori. I candidati alla presidenza erano 14, mentre l’affluenza è stata di circa il 50 per cento con 14,8 milioni di persone che hanno votato sui 29 milioni registrati.
Il partito di governo si è anche assicurato quasi tutti i seggi in parlamento, dandogli il potere di cambiare la costituzione del Paese. Il parlamento unicamerale è composto da 393 seggi, di cui 264 membri sono eletti direttamente nei collegi elettorali uninominali a maggioranza semplice. Alcuni esponenti del CCM avevano infatti chiesto che il limite di due mandati della presidenza fosse esteso solo se fosse stato possibile garantire un numero sufficiente di seggi in parlamento.
Per quanto riguarda l’arcipelago semiautonomo di Zanzibar, gli elettori hanno scelto anche il proprio presidente, il candidato del CCM Hussein Mwinyi, che è stato dichiarato vincitore con il 76 per cento dei voti. Il suo principale rivale, Maalim Seif Sharif di ACT-Wazalendo, ha ottenuto il 19 per cento. La Camera dei rappresentanti di Zanzibar è composta da 82 seggi, di cui 50 membri sono eletti direttamente nei collegi elettorali uninominali a maggioranza semplice. I membri eletti hanno un mandato di 5 anni.
I due principali partiti di opposizione tanzaniani, Chadema il cui leader è Tundu Lussu e ACT Wazalendo, il cui leader è Bernard Membe, hanno denunciato le diffuse irregolarità tra cui il doppio voto e il sequestro delle urne da parte delle forze di sicurezza o di altre autorità. Magufuli ha portato la Tanzania ad una buona crescita economica, meritando un altro mandato.
Gli Usa hanno sollevato seri dubbi sulla credibilità dei risultati annunciati, mentre a differenza degli anni passati pochi osservatori elettorali internazionali erano presenti alla tornata elettorale.