Thailandia. Approvata la depenalizzazione della marijuana

di Alberto Galvi

Il ministro della Sanità thailandese Anutin Charnvirakul ha annunciato che il Consiglio per il controllo dei narcotici ha approvato la depenalizzazione della marijuana, sebbene le autorità abbiano lasciato un’area grigia attorno al suo uso ricreativo, diventando il primo paese asiatico ad approvarla.
Dopo la pubblicazione nella gazzetta ufficiale, il provvedimento dovrà ora essere firmato formalmente dal ministro della Sanità ed entrerà in vigore tra 120 giorni. Inoltre potrebbero essere multati fino a 449 dollari statunitensi coloro che coltivano cannabis senza autorizzazione, e fino a 6.742 dollari statunitensi o tre anni di carcere chi vende la cannabis senza una licenza governativa.
Il mese scorso c’era già stata la rimozione della cannabis (marijuana e canapa) dall’elenco delle droghe illegali ai sensi della legge thailandese sugli stupefacenti, anche se non era chiaro se il possesso di marijuana non fosse stato più un reato soggetto ad arresto. In questo modo la produzione e il possesso di marijuana rimangono per il momento regolamentati, lasciando lo status legale dell’uso ricreativo di marijuana in una zona d’ombra.
La misura del ministero della Salute mantiene nel suo elenco delle droghe controllate le parti della pianta di cannabis che contengono più dello 0,2 per cento in peso di THC (tetraidrocannabinolo), l’ingrediente psicoattivo.
La Thailandia nel 2020 è diventata la prima nazione asiatica a depenalizzare la produzione e l’uso della marijuana per scopi medicinali e questo aiuterà a promuovere i prodotti a base di cannabis come una delle principali industrie del paese. Il ministro della Salute Anutin è stata la forza trainante della depenalizzazione della marijuana. Il suo partito ha annunciato che proporrà in Parlamento un progetto di legge sulla cannabis per chiarire definitivamente lo stato legale della marijuana.
Dallo scorso agosto la Thailandia ha iniziato a modificare le sue leggi sugli stupefacenti per ridurre il numero di persone in carcere per reati di droga. L’ultima misura è stata varata approvato per essere utilizzato tra i beni di consumo in aiuto delle principali industrie in Thailandia. L’anno scorso le aziende tailandesi di bevande e cosmetici hanno lanciato prodotti contenenti canapa e CBD (cannabigerolo), un composto che non dà sballo.