Tunisia. Ammar incontra lo svizzero Cassis, ‘rivogliamo il denaro che ci è stato rubato’

di Bessem Ben Dhaou

SFAX (Tunisia). Il ministro degli Esteri tunisino Nabil Ammar ha discusso con il suo omologo svizzero Ignazio Cassis la questione del recupero dei fondi “rubati” durante il mandato del defunto presidente Zine El Abidine Ben Ali.
Ciò è avvenuto nel corso di un incontro tra i due ministri nel quadro di una visita di lavoro effettuata dal ministro degli Esteri tunisino in Svizzera, secondo una dichiarazione rilasciata dal ministero degli Esteri tunisino.
Durante l’incontro Ammar ha toccato il dossier dei fondi appropriati e portati all’estero, compresa la Svizzera, stimati in circa 5 miliardi di dollari.
Egli ha sottolineato “la priorità assoluta che le autorità tunisine attribuiscono all’accelerazione e al completamento del processo di recupero di questi fondi, che contribuiranno di consentire alla Tunisia di sostenere i suoi sforzi di sviluppo facendo affidamento sulle proprie capacità”.
Da parte sua il ministro svizzero ha affermato la disponibilità del suo Paese a rafforzare ulteriormente la consultazione e la cooperazione con la Tunisia in diversi settori, soprattutto economico e di sviluppo.
Secondo il testo della comunicazione, ha espresso la sua piena comprensione sull’importanza della questione del recupero dei fondi rubati alla Tunisia.
Il 20 marzo 2022 il presidente tunisino Kais Saied aveva annunciato l’emanazione di un decreto presidenziale riguardante il recupero dei fondi “rubati” da quelli che ha definito “coloro che sono condannati per aver saccheggiato il denaro del popolo tunisino”. Saeed aveva dichiarato all’epoca “Il valore del denaro saccheggiato al paese è stimato a 13,5 miliardi di dinari (circa 5 miliardi di dollari)”. Aveva sottolineato che “deve essere restituito in cambio di un accordo penale con gli uomini d’affari coinvolti nel saccheggio”, e che “Il numero di coloro che hanno saccheggiato il denaro del paese è di 460 persone, secondo un rapporto pubblicato dal Comitato nazionale d’inchiesta sulla concussione e la corruzione”, senza tuttavia nominarli.
A più di 12 anni dalla Rivoluzione tunisina, i governi che si sono succeduti dal 2011 non sono riusciti a recuperare la maggior parte del denaro contrabbandato dalla famiglia di Ben Ali e dai suoi collaboratori, denaro che si troverebbe in Svizzera, Francia, Canada e Belgio, Germania, Italia, Spagna, Libano e Lussemburgo, secondo quanto rivelato dalla Banca Centrale tunisina nel 2015.
Nel marzo 2021, la presidenza tunisina ha annunciato che le autorità svizzere avevano trasferito parte dei fondi “rubati” durante il regno del deposto presidente Zine El Abidine Ben Ali, “circa 3 milioni e mezzo di dinari (1,27 milioni di dollari) sul conto dello Stato tunisino presso la Banca Centrale”.