Tunisia. Condannato a tre anni di prigione il leader dell’opposizione Rached Ghannouchi

di Alberto Galvi

Un tribunale tunisino ha condannato l’ex leader dell’opposizione Rached Ghannouchi a tre anni di carcere. Arrestato nell’aprile 2023 per incitamento alla violenza e complotto contro la sicurezza dello Stato, è stato riconosciuto colpevole di accuse legate al terrorismo a maggio e condannato a 12 mesi di carcere, pena poi estesa a 15 mesi in appello a ottobre.
Il tribunale di prima istanza, specializzato in corruzione finanziaria, ha poi multato il partito tunisino Ennahda di 1,1 milioni di dollari per aver ricevuto fondi esteri. Anche il genero di Ghannouchi, l’ex ministro degli Esteri Rafik Abdessalem, è stato condannato a tre anni di carcere. Ennahda ha respinto le accuse di aver ricevuto finanziamenti esteri e il suo unico conto bancario è sotto il controllo di tutte le istituzioni giudiziarie e finanziarie.
Gruppi per i diritti umani avevano già denunciato la detenzione di Ghannouchi, accusando il governo del presidente Kais Saied di reprimere l’opposizione politica. La sentenza dell’anno scorso è stata pronunciata contro Ghannouchi in contumacia perché si era rifiutato di comparire davanti al tribunale, sostenendo che le accuse contro di lui erano politiche.
Negli ultimi anni le autorità tunisine hanno arrestato diverse figure di spicco dell’opposizione, mentre Saied spingeva per consolidare il potere. Eletto nel 2019, l’ex professore di diritto Saied ha congelato il parlamento tunisino nel 2021 e successivamente ha sciolto la legislatura per governare tramite decreti. Alla fine del 2022 la Tunisia ha tenuto le elezioni legislative, ma senza partiti. Saied ha poi ampliato i propri poteri attraverso un referendum costituzionale.