TUNISIA. Le proteste dei disoccupati infiammano il Paese

di Ghazy Eddaly –

tunisia proteste disoccupatiTUNISI – Nel quinto anniversario della Rivoluzione dei Gelsomini si allarga la protesta in Tunisia, con cortei di protesta e sempre più gruppi di giovani disoccupati che lanciano pietre ed oggetti contro la polizia. I fatti hanno preso il via a Kasserine, città dell’entroterra al confine con l’Algeria, già zona di degrado sociale e, nel vicino monte Chaambi, rifugio di terroristi jihadisti: sabato scorso un 28enne disoccupato, Ridha Yahyaoui, è rimasto fulminato su un pilone dell’alta tensione da dove minacciava di buttarsi perché il suo nome non rientrava più in una lista di nuovi assunti.
Le manifestazioni di protesta si sono diffuse a macchia d’olio a Sidi Bouzid, Regueb Siliana, Zaghouan, Susa, Kairouan, Kef, El Fahs, Thala, Feriana, fino ad arrivare alle periferie di Tunisi.
Nel secondo giorno di protesta a Kasserine ammonta a 19 il bilancio delle persone rimaste ferite negli scontri con le forze dell’ordine, mentre a Feriana un giovane poliziotto di 25 anni è morto dopo essere rimasto intrappolato nella sua auto e poi aggredito a colpi di pietre dai manifestanti.
A Kram, quartiere ad ovest di Tunisi, la polizia è ricorsa ai gas lacrimogeni per disperdere una folla di manifestanti che aveva bruciato pneumatici e cassonetti.
Tra le misure d’emergenza adottate dal governo vi è l’assunzione di 6.400 disoccupati, lo stanziamento di 3 milioni di euro destinati al finanziamento di 500 progetti, la creazione di una commissione di inchiesta su presunti casi di funzionari corrotti, la concessione di terreni demaniali a privati, la creazione nella regione di nove società imprenditoriali con un capitale di 75.000 euro.
Tuttavia le iniziative promesse non sembrano fermare la protesta, che ha già raggiunto Hidra, dove è stata incendiata la sede delle dogane, El Mazouna, dove è stata bloccata la linea ferroviaria che collega Sfax a Tozeur.
Il presidente Beji Caid Essebsi è intervenuto affermando che ”Abbiamo ereditato una situazione difficile che ha generato i disordini di Kasserine”, ha detto che saranno garantite le libertà di manifestazione e di espressione, ma ha rivolto un appello alla stampa perché non venga esageratamente ingrandito quanto sta accadendo.