Tunisia. L’ex presidente Moncef Marzouki condannato in contumacia a 8 anni

di Bessem ben Dhaou

SFAX (Tunisia). Un tribunale tunisino ha condannato l’ex presidente Moncef Marzouki a otto anni di carcere in contumacia. Lo ha affermato il portavoce del Tribunale di primo grado Muhammad Zaitouneh, il quale ha riferito che “La Camera penale del tribunale di primo grado della Tunisia ha processato in contumacia l’ex presidente della Repubblica Moncef Marzouki, condannandolo con effetto immediato a otto anni di reclusione”. Ha poi aggiunto che “A seguito delle dichiarazioni rilasciate dall’imputato sui social media, la pubblica accusa ha autorizzato il Tribunale di primo grado ad avviare un’indagine contro di lui con l’accusa relativa alla pianificazione di un attentato volto a modificare la struttura dello Stato, incitando i residenti a sollevarsi con le armi e a commettere azioni quali l’omicidio e la rapina”.
Zaitouneh non ha menzionato quando sono state rilasciate le dichiarazioni attribuite a Marzouki, né ha nominato il social media attraverso il quale Marzouki ha rilasciato tali dichiarazioni. Al-Marzouqi non ha rilasciato alcun commento immediato riguardo alla sentenza emessa contro di lui.
Il 22 dicembre 2021 un tribunale locale aveva emesso una sentenza pregiudiziale che condannava Marzouki in contumacia a 4 anni di reclusione per “attentato alla sicurezza esterna dello Stato”; l’ex presidente aveva negato la fondatezza di tali accuse.
Commentando la sentenza di allora Marzouki aveva scritto sulla sua pagina Facebook che era stata “emessa da un giudice miserabile, su ordine di un presidente illegittimo”, con riferimento all’attuale presidente Kais Saied”.
All’inizio del novembre 2021 la magistratura aveva poi emesso un mandato d’arresto internazionale contro Marzouki, sullo sfondo di una dichiarazione in cui affermava di voler ostacolare lo svolgimento del vertice francofono nel suo paese, previsto per la fine dello stesso anno.
Nel corso del 2023 la polizia ha arrestato più di 20 figure politiche di spicco, tra cui il leader del movimento Ennahdha, Rached Ghannouchi, e alcuni di loro sono accusati di “cospirazione contro la sicurezza dello Stato”, cosa che l’opposizione nega.
Il presidente Saied ha più volte sottolineato l’indipendenza della magistratura, mentre l’opposizione lo accusa di utilizzare il potere giudiziario per perseguire penalmente coloro che contestano le misure eccezionali da lui varate nel 2021, che hanno causato una grave crisi politico-istituzionale nel Paese.