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Il presidente della Turchia Abdullah Gul ha promulgato la contestata legge che impone maggiori restrizioni alla rete: consente al governo di bloccare gli accessi ai siti senza l’autorizzazione della magistratura nel momento in cui vengono verificati commenti contenenti “insulti” e darebbe la possibilità all’autorità per le telecomunicazioni di chiedere e ottenere dai provider i dati personali dei titolari dei siti bloccati.
Nei giorni scorsi si sono moltiplicate le forme di protesta verso quella che è l’ennesima legge liberticida promossa dal premier Erdogan; un’azione in questo senso ha colpito lo stesso Gul, con 80mila follower che hanno smesso di seguirlo su Twitter.
