UCRAINA. Appelli Tymoshenko nel vuoto, in patria e all’estero

TMNews, 21 nov 12 –

Terminato lo sciopero della fame contro i presunti brogli alle parlamentari del 28 ottobre, Yulia Tymoshenko ha lanciato un appello affinché “l’Ucraina e il mondo democratico non riconoscano le elezioni come corrette e democratiche” e ha aggiunto che nessuno può considerare il nuovo parlamento legittimamente eletto. E’ questo l’ultimo degli appelli dell’ex pasionaria della Rivoluzione aranciano che rischiano di cadere nel vuoto, malgrado le dichiarate preoccupazioni dell’Occidente. Nei giorni scorsi sia l’Osce sia l’Unione Europea nei loro rapporti hanno rilevato irregolarità e mancanza di trasparenza durante la tornata elettorale, senza denunciare brogli espliciti. L’opposizione ha richiesto la ripetizione del voto in 13 seggi su 225 e la Commissione elettorale l’ha concessa in cinque. Il presidente Viktor Yanukovich ha respinto ogni accusa di manipolazione da parte della storica rivale, sottolinando che nelle elezioni più monitorate della storia ucraina degli ultimi anni non sono state rilevate violazioni sistematiche. Le posizioni del capo dello Stato e dell’ex primo ministro non potrebbero essere più lontane e ricalcano lo stesso modello del 2010, quando alle presidenziali il primo sconfisse l’eroina arancione e nonostante le accuse di brogli lanciate ai quattro venti le organizzazioni internazionali decretarono la legittimità della vittoria di Yanukovich. Anche oggi lo stesso schema sembra ripetersi. L’Unione Europea ha puntato i piedi contro l’Ucraina e la giustizia selettiva applicata dal governo, ma di fronte all’impassibilità di Yanukovich e del premier Mykola Azarov, leader del Partito delle regioni, la strategia si è ben presto arenata. Bruxelles ha tentato la carta del congelamento dell’Accordo di associazione, già parafato e in attesa in essere sottoscritto, ma ha spinto così di fatto Kiev verso Mosca, che offre l’ingresso nell’Unione Euroasiatica.
Yulia Tymoshenko, condannata lo scorso anno a sette anni per abuso d’ufficio, è sottoposta a un nuovo procedimento giudiziario per malversazione ed evasione fiscale che continua a essere rimandato per i suoi problemi di salute e la procura ha in preparazione una nuova accusa per il coinvolgimento presunto nell’omicidio di un deputato avvenuto nel 1996. Le carte per l’ex premier non promettono nulla di buono e la guerra che si combatte a colpi di propaganda da entrambe le parti sia in Ucraina che all’estero la vede perdente, ancora dietro le sbarre. Da un lato a casa propria la rappresentazione della vittima innocente sacrificata alla vendetta del potere si scontra con la realtà delle piazze semivuote e degli appelli alla protesta raccolti solo dai fedelissimi del partito. Dall’altro poco di concreto hanno portato i viaggi della figlia Evgenia a Bruxelles e in mezza Europa, inviata a rinfrescare i rapporti che la madre aveva costruito in tempi migliori all’interno del Partito popolare europeo. Inoltre l’establishment ucraino, che se a Kiev non ha bisogno di fare troppi sforzi per relativizzare l’immagine della Tymoshenko, all’estero ha iniziato da un po’ la sua controffensiva, usando le stesse armi della concorrenza. Come l’allora primo ministro aveva ingaggiato aziende di pubbliche relazioni per promuovere la propria immagine sul parquet internazionale, allo stesso modo sta facendo Yanukovich.
Quella che l’opposizione ha già qualificato come un’azione di “black pr”, una compagna sporca che avrebbe come obbiettivo il discredito a livello internazionale della Tymoshenko, passa anche attraverso siti internet in inglese, proprio per riequilibrare secondo i promotori la visione immacolata della pasionaria del 2004 sul palcoscenico occidentale. L’ultima puntata é andata online qualche giorno fa con l’apertura del sito nemyrialeaks (http://nemyrialeaks.com/en/), dedicato ai rapporti poco trasparenti del braccio destro della Tymoshenko Hryhoriy Nemyria con la Ridge Consulting, una delle aziende chiamate in supporto dalla leader dell’opposizione. Il consulente per la politica estera dell’ex premier, già direttore dell’International Renaissance Foundation di George Soros, uno dei principali sponsor della rivoluzione arancione, avrebbe usato compagnie offshore per saldare i conti con la compagnia americana aggirando inoltre anche la legge contro il finanziamento ai partiti. Tutte storie, hanno subito replicato dall’opposizione. Ma la guerra di propaganda continua e per la Tymoshenko non si mette bene.