Ucraina: importanza della percezione cognitiva e implicazioni future

di Marco Cassetta –

Il conflitto in corso tra la Federazione Russa e l’Ucraina ci fa riflettere sul futuro dell’Europa, sui fragili equilibri che caratterizzano l’attuale sistema internazionale e su quanto gli attuali conflitti abbiano assunto una connotazione del tutto particolare, con aspetti simili, per certi versi, alle classiche guerre d’alto ordine o conflitti armati internazionali tra stati, complicate dalla presenza di aspetti del tutto nuovi, che hanno avuto un impatto dirompente sulla condotta delle operazioni militari e su come esse sono percepita dai popoli. La guerra tra i due paesi è combattuta anche sulla dimensione cognitiva, facendo ampio ricorso alla disseminazione di fake news, campagne di informazioni studiate in modo attento e dimensionate per supportare gli strumenti militari dei rispettivi paesi ed ottenere effetti tutt’altro che irrilevanti, in grado di condizionare l’opinione pubblica del popolo russo, di quello ucraino e dell’opinione pubblica mondiale.

I domini classici dei conflitti.
I domini tradizionali, nei quali si sono combattuti tutti i conflitti sino alla prima decade del 2000, sono rappresentati dai domini marittimo, terrestre ed aereo. Sui tre ambienti di riferimento (mare-terra-aria) si sono in passato dimensionati gli strumenti militari dei singoli Paesi e sono state perfezionate le dottrine militari, perseguendo, sin dal termine della 2^GM la massima integrazione di eserciti, marine e forze aeree. L’Italia ha spostato in pieno gli obiettivi di integrazione non solo a livello nazionale ma, nel pieno rispetto dei principi costituzionali, anche nell’ambito dell’Alleanza atlantica, dell’Unione Europea e dei rapporti multi-nazionali a livello globale. Ne sono un esempio tutti i programmi difesa finanziati con European Defence Fund, i programmi dei velivoli F-35 Joint Strike Fighter, gli obiettivi di interoperabilità promulgati con la recente “Bussola Strategica 2022”.
Considerando i 3 domini classici, sembrerebbe facile prevedere le sorti di un conflitto: basterebbe analizzare le capacità belliche delle forze armate delle parti coinvolte per avere una ragionevole previsione. Eppure, sebbene la Russia sia nettamente superiore sulla dimensione militare nei 3 domini, il conflitto è in corso da oltre 2 mesi e sembrerebbe ancora lontano da una veloce ipotesi di risoluzione. Come mai?

I nuovi domini delle operazioni.
Accanto ai classici 3 domini, il conflitto Russo-Ucraino è combattuto in modo particolare e rispecchia tutte le caratteristiche delle guerre che caratterizzano l’attuale quadro geo-politico. L’attuale secolo infatti, ancorché generalmente incentrato su una governance multilivello che ispira il proprio agire a principi di pace e sicurezza, ha visto il susseguirsi un numero maggiore di guerre rispetto al vecchio 1900, caratterizzato dai conflitti mondiali.
La NATO, già nel 2016, durante il Vertice di Varsavia ha identificato un nuovo Dominio CYBER, sottolineando quanto un attacco cibernetico possa causare effetti e danni equiparabili a quelli di un attacco convenzionale. In questo senso potrebbe addirittura essere fronteggiato con una risposta della NATO in nome della difesa collettiva (operazioni articolo 5). Il dominio cyber è considerato un dominio trasversale a tutti gli altri, in quanto genera effetti che possono riverberare in tutti gli ambienti tradizionali in cui un conflitto è combattuto, ed è inoltre molto difficile da ricondurre fisicamente ad una posizione geografica ben definita, facendo spesso ricorso a connessioni virtuali ed in forma non tracciabile. Proprio il conflitto russo-ucraino è infatti stato preceduto da svariati attacchi cibernetici che hanno inabilitato alcune funzioni governative dell’Ucraina e, soprattutto, provocato un effetto persuasivo sulla dimensione cognitiva dei cittadini ucraini: un malware ha infatti fatto comparire la scritta “Abbiate paura e temete il peggio”. A seguire, nuovi attacchi cibernetici “Distributed Denial of Services (DDoS)” hanno colpito le principali banche ucraine “Privatbank” e “Oschadbank”.
Oltre al dominio Cyber, Nel 2019 la NATO ha ufficialmente riconosciuto un ulteriore dominio SPAZIO, un dominio globale per definizione, strettamente correlato con i 3 domini classici (maritime-land-air). Si pensi ad esempio a quanto tutti i sistemi d’arma, i sistemi di posizionamento, i sistemi di comunicazione, facciano affidamento a tecnologie satellitari con assetti in orbita nello spazio. Tutti gli stati hanno dimostrato un crescente interesse afferente il dominio spazio, ritenendolo un ambiente fondamentale per la condotta efficace di operazioni e, proprio la Russia, nel 2021 ha testato con successo un missile anti-satellite, distruggendo un satellite in disuso e fornendo a tutti una dimostrazione di potenza della propria capacità di agire nello spazio.
Pur estendendo l’analisi agli ulteriori neo-costituiti domini, appare comunque netta la superiorità Russa rispetto all’Ucraina, una superiorità che ad oggi, pochissimi attori statuali riuscirebbero ad eguagliare. Eppure, questo conflitto è ancora in corsa, in barba a qualsiasi valutazione condotta in ognuno dei domini. Come mai? Una risposta potrebbe essere che, nelle attuali forme dei conflitti, non è più sufficiente essere superiori nei singoli domini. Oppure c’è ancora qualcosa che sfugge, una serie di effetti in grado di rendere nulla anche la superiorità militare, nuove forme di minacce, che impongono la capacità di generare effetti diversi dai meri effetti fisici, quali ad esempio la distruzione di obiettivi militari. D’altronde, anche in Afghanistan, in Iraq ed in tutti i recenti teatri di operazioni, il vantaggio bellico è sempre stato a favore delle coalizioni intervenute… ciononostante, i conflitti sono durati anche più di vent’anni.

Nuove forme di minacce implicano nuovi domini.
Le nuove forme di minacce perfettamente identificabili nel conflitto russo-ucraino, fanno emergere quanto sia importante generare effetti non solo sui domini classici, ma anche effetti persuasivi sulla percezione cognitiva. Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, pur svantaggiato in ognuno dei 5 domini oggi ufficialmente riconosciuti, riesce a resistere e tiene testa alla potente macchina militare russa. Non solo, porta a casa importanti risultati militari che colpiscono la Russia sulla dimensione fisica e ne demoliscono il morale.
Ci riesce in modo tangibile, distruggendo carri armati, affondando navi e difendendo le proprie acque, contro ogni pronostico. Ci riesce facendo ricorso ai canali mediatici, imponendo una campagna informativa sui social network e riesce lì dove i migliori eserciti del mondo hanno in passato fallito. Riesce a conquistare il cuore e le menti di tutte le democrazie occidentali, e tramuta questa persuasione cognitiva in un supporto fisico ottenendo approvvigionamenti militari, aiuti economici e fornitura di armi.

Conclusioni.
Le attuali forme di conflitto, e le future prospettive caratterizzate dalla sempre maggiore incertezza e da un numero crescente di attori in cerca di potere e prestigi, implicano una riflessione sull’efficacia degli strumenti militari e sul modo in cui si pone rimedio ai possibili conflitti. Una riflessione che deve, per forza di cose, tramutarsi in nuove strategie. Il successo, seppur limitato, che l’Ucraina ha ottenuto, pur più debole nei singoli domini, ci fa capire che la sicurezza dell’Europa è condizionata dalla capacità di operare sulla dimensione della percezione cognitiva e sulla necessità di potenziare ogni strumento per agire in modo efficace sulla mente delle persone. I decisori politici, i vertici militari, i singoli combattenti di qualsivoglia esercito, diventano target di questa “nuova capacità” di persuasione cognitiva che, almeno sino ad ora, ha consentito all’Ucraina di resistere.