Ucraina. La Nato prepara nuove truppe per proteggere il fianco est

Crosetto, ‘L’Italia non è in guerra, aiuta uno Stato aggredito’.

di Mariarita Cupersito –

La Polonia ha fatto sapere tramite il proprio apparato militare che uno dei missili da crociera russi ha violato per un breve lasso di tempo i cieli nazionali durante la notte di bombardamenti contro l’Ucraina fra il 23 e il 24 marzo.
“L’oggetto è entrato nello spazio aereo polacco vicino alla città di Oserdow e vi è rimasto per 39 secondi”, hanno riferito le forze armate che, in risposta, hanno fatto decollare i caccia a difesa del territorio.  
Il ministero degli Esteri polacco ha annunciato che chiederà spiegazioni a Mosca per “questa nuova violazione del suo spazio aereo”, a riprova del fatto che i contrasti tra Russia e occidente si consumano anche sul campo, oltre che negli uffici della diplomazia.
Cresce dunque l’allarme per un possibile sconfinamento della guerra nel territorio dell’Alleanza Atlantica. “La Nato condanna fermamente gli ultimi attacchi della Russia contro civili, città e villaggi ucraini, compresi quelli vicini al territorio alleato”, ha commentato l’organizzazione. “In risposta alla guerra della Russia, la Nato ha rafforzato in modo significativo la propria posizione sul fianco orientale, anche con jet alleati per proteggere i cieli polacchi: continuiamo a valutare la nostra postura e rimaniamo pronti a proteggere e difendere tutti gli alleati”, prosegue la Nato.
In base all’articolo 5 del Trattato Nord Atlantico infatti i membri dell’Alleanza sono obbligati, in caso di attacchi, a difendersi a vicenda; proprio la scorsa settimana si è inoltre conclusa la Steadfast Defender 2024, una delle maggiori esercitazioni Nato incentrata proprio sulla possibilità di ricevere un attacco da Est. L’Alleanza aveva già provveduto a spostare truppe in Polonia, Romania e Bulgaria con l’intenzione di rafforzare i confini orientali. 
La Polonia non è nuova a simili episodi: lo scorso 29 dicembre un missile russo era entrato per diversi minuti nello spazio aereo polacco prima di tornare in Ucraina. Ma la dinamica più grave si è verificata a novembre 2022, quando due persone hanno perso la vita a seguito della caduta di un missile della difesa aerea di Kiev sul villaggio polacco di Przewodow, nei pressi del confine. Prima dell’identificazione del missile come ucraino, si ipotizzava con timore un coinvolgimento della Nato nell’escalation del conflitto con la Russia. 
Ci si interroga ora sulle prossime mosse del Cremlino. Secondo quanto riportato da Alina Polyakova, capo del Centro per l’analisi della politica europea, a Politico, Puntin cercherà di sfruttare l’attacco terroristico subito da Mosca al Crocus City Hall come giustificazione per un’ulteriore escalation nei confronti dell’Ucraina, nonostante Kiev non sembri essere coinvolta con quanto accaduto: la strage è stata infatti rivendicata dall’Isis K.
Proseguono intanto gli attacchi contro l’Ucraina: secondo quanto riportato dal ministero della Difesa, a seguito degli ultimi raid sono state colpite “infrastrutture elettriche, dell’industria del gas e stabilimenti dove vengono assemblati droni marini”, mentre il presidente Zelensky ha denunciato il “terrore” russo che ha portato in Ucraina “rovine al posto di città e villaggi”, rinnovando la richiesta nei confronti dell’Occidente di “difesa aerea, armi a lungo raggio, artiglieria, sanzioni, confisca dei beni russi, sostegno al nostro Paese”.
Volgendo lo sguardo in Italia, è di poche ore fa la dichiarazione del ministro della Difesa Guido Crosetto, ospite a Quarta Repubblica su Rete4, secondo cui gli attuali livelli di difesa nazionali non sono paragonabili a quelli ucraini.
“La nostra difesa militare al momento non è a un livello accettabile secondo me, se avessimo subito un attacco come quello in Ucraina sarebbe diverso. Macron non deve parlare a nome della Nato: l’Italia non ha mai pensato di mandare soldati in Ucraina semplicemente perché non è in guerra, ma aiuta uno Stato aggredito. Mandare aiuti è diverso da mandare truppe, perché in quel caso si dichiarerebbe guerra”.
“Il terrorismo non è mai finito”, ha proseguito il ministro. “I nostri militari sono impegnati in Iraq, in Kuwait, combattono l’Isis, sono in Africa. Il terrorismo è un fenomeno che quotidianamente le nostre forze armate e le nostre forze di polizia combattono, cercano di prevenire e in qualche modo di sconfiggere. Tutti i giorni ci sono attentati terroristici, magari non in Italia, non solo in Europa. È un fenomeno che esiste, sempre presente, che viene combattuto quotidianamente”.