Ucraina. La Russia ritira un contingente. Come funzionerebbe l’attacco

di Giovanni Caprara

russia soldati carrarmatiMosca ha confermato il rientro alla base di un battaglione della 15a brigata di artiglieria motorizzata dall’Oblast di Rostov sul Don, al confine con l’Ucraina orientale. Nonostante questo, le formazioni russe dispiegate nelle parti settentrionali ed orientali dei confini ucraini, rappresentano ancora una vera forza di invasione . Secondo gli analisti dell’intelligence statunitense, l’obiettivo sarebbe quello di penetrare dalla frontiera occidentale, ma potrebbe essere una false flag, infatti le rilevazioni satellitari mostrano una concentrazione di unità nel settentrione e nella parte nord occidentale dell’Ucraina, probabilmente con l’intenzione di sfondare le forze di difesa avversarie e puntare direttamente su Kiev attraverso Chernihiv. Nonostante le assicurazioni del Cremlino, l’aggressione sembra essere imminente, e questa ipotesi è suffragata dall’arrivo di nuove truppe. Il 12° reggimento carri della 4a divisione corazzata Guardie Kantemirovsky è stato individuato dai satelliti per l’avvistamento avanzato in movimento dal sud-ovest dell’Oblast di Bryansk. Questo reggimento ha la capacità di condurre un’offensiva attraverso Chernihiv direttamente su Kiev, la capitale dell’Ucraina. È in marcia anche un battaglione di unità d’elite, il Taman, mentre una divisione motorizzata, si sta attestando nelle aree di Amon e Kalynivka, nell’Oblast di Kursk, rispettivamente a 15 e 7 km dal confine con l’Ucraina. A completare il dispiegamento terrestre russo, unità logistiche e per le comunicazioni. Tre battaglioni del 76° Pskov Airborne Assault Division e due battaglioni della divisione Tula Airborne 106, con 25 elicotteri d’attacco Mi-24, sono in addestramento nei pressi delle città di Belgorod, Severnyi e Stroitel. Le forze coinvolte sono stimate in circa 1.100 militari, supportati da 120 blindati che dovrebbero essere il contingente incaricato di penetrare in profondità per agevolare una più rapida invasione dell’Ucraina. Potrebbero dirigersi verso la via di comunicazione chiamata P13, prendere Chernihiv e poi dirigersi su Kiev. Il fronte potrebbe allargarsi al nord dell’Ucraina dove le truppe di invasione potrebbero muovere nella direttrice Kharkiv-Dneproterovsk, e con un colpo di mano prendere il controllo su tutto il nord dell’Ucraina. L’opzione migliore per invadere l’Ucraina rimane però la direttrice Cherhihiv – Kiev, supportata da nord-est e con il necessario appoggio aereo. Preso il controllo del nord-est dell’Ucraina, dove si trovano i centri di potere, sarà agevole conquistare il resto del Paese. L’unica opzione possibile per gli attaccati è una difesa imperniata sulla guerriglia su larga scala, agevolati dall’orografia della propria nazione: distruggere i ponti di Chernhiv, presidiare lo snodo stradale P13/P67 e tenere sotto controllo il Koli Lake, una discreta zona per l’atterraggio di truppe aviotrasportate e per l’accesso alla P67. Se riuscissero ad infliggere perdite agli aggressori, questo potrebbe incidere sul morale e sulle convinzioni filo russe dei cittadini che sostengono Putin. La seconda finalità di una contrapposizione efficace alle forze di invasione è nel coinvolgere la Russia in una guerra di lunga durata, che potrebbe consentire all’occidente di organizzare aiuti sia economici che militari. Se le zone più adatte per l’attacco sono il nord e nord-est, con la conseguente rapida capitolazione della parte orientale e meridionale dell’Ucraina, si renderebbe necessario preparare delle sacche di resistenza atte a rallentare l’avanzata delle formazioni avversarie, colpendo con veloci azioni di contrasto e negazione dell’entroterra ucraino. Le missioni di contrasto potrebbero essere supportate dall’esercito regolare, il quale si dovrebbe attestare in un “ridotto” che gli consenta una buona capacità di manovra e di ricevere i rinforzi rimasti a presidio delle aree non coinvolte dallo sfondamento russo. Resta la speranza che la ragionevolezza abbia il sopravvento sull’opzione militare.

Fonti: La Stampa; Alessandro Pandolfi, Office of net assessment, information warfare strategist e Troika.