Ucraina. Si continua a combattere alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Ripristinata la fornitura di energia

di Guido Keller

La centrale nucleare di Zaporizhzhia, la seconda centrale atomica più grande d’Europa e con una capacità di 5.700 Mw, continua ad essere al centro delle preoccupazioni della comunità internazionale. A breve arriveranno gli ispettori dell’Aiea, l’Agenzia atomica dell’Onu con sede a Vienna, e nel primo pomeriggio l’impianto costruito negli anni Ottanta è stato riconnesso alla rete elettrica a seguito dei continui attacchi degli ucraini. Lo ha reso noto la Ergoatom, l’agenzia atomica ucraina per le forniture pubbliche.
La centrale è infatti stata occupata dai russi fin dall’inizio del conflitto e vi lavorano tutt’oggi tecnici ucraini, ma è palese che il rimpallo di accuse sulla matrice delle bombe o di chi ha sparato per primo vede difficilmente i russi bombardare se stessi. Più plausibile che i militari ucraini stiano cercando di riprendere il controllo del loro impianto, nonostante il rischio che le esplosioni possano colpire i reattori ed avviare una catastrofe nucleare. I russi hanno parlato di “massicci bombardamenti sulla centrale, mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha puntato il dito contro la Russia accusandola di “aver portato l’Ucraina e il resto d’Europa sull’orlo di un disastro nucleare”.
Gli Usa hanno chiesto la demilitarizzazione della centrale, ma l’appello della Casa Bianca sembra destinato a cadere nel vuoto, mentre da parte ucraina si continua a chiedere lo sminamento del’area attorno all’impianto.
A denunciare “la temerarietà” degli ucraini che continuano a sparare verso la centrale è stato pochi giorni fa il viceministro degli Esteri russo Sergey Ryabkov, il quale è intervenuto su Rossiya-1 sottolineando che “stanno mettendo a rischio il secondo impianto d’Europa”, un comportamento che potrebbe portare a “una seconda Chernobyl”.