Ucraina. Tra occidente e Russia è guerra di nervi

L'ultima minaccia degli Usa alla Russia è di rifonire l'Europa di gas. Ma cosa sono disposti a cedere Nato e Ue alla Russia per avere nella propria orbita l'Ucraina?

di Enrico Oliari

Com’era del tutto prevedibile, il recente Consiglio Nato-Russia sulla questione ucraina non ha portato a nulla, anche perchè la Nato vuole a tutti i costi l’Ucraina, mentre la Russia non è disposta a cedere su uno stato cuscinetto, uno dei pochi rimasti lungo il suo confine occidentale. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha ribadito nell’occasione che “ogni nazione ha diritto di scegliere liberamente di aderire alla Nato. Gli alleati sono pronti a sostenere il Paese per la sua adesione”, ma Mosca non ne vuole sapere di ritrovarsi il nemico sotto casa per migliaia di chilometri fatta eccezione il tratto bielorusso, per cui ogni sua azione va letta con la determinazione a non cedere, ed ora il timore è che con una scusa o con l’altra Vladimir Putin possa scatenare il putiferio. Uno scenario che al momento non probabile, per quanto a pochi chilometri dal confine, in particolare nelle aree di Yelnya, Boyevo e Persianovka, vi siano dislocati almeno 100mila militari russi con artiglieria e mezzi pesanti, senza contare gli armamenti portati sulla Crimea annessa nel 2014.
Il presidente russo sa che una guerra non porterebbe nulla alla Russia, ma non è solo lui a voler mantenere alta la tensione.
Ieri un attacco hacker ha colpito i siti web di diversi dipartimenti governativi dell’Ucraina, compreso quello dedicato alla campagna vaccinale, e subito da Washington a Bruxelles a Kiev si è incolpata la Russia, una manovra per creare il caos in vista di un’invasione. Da Mosca è arrivata immediata la smentita, e non è al momento dato di sapere chi vi sia stato realmente dietro l’attacco hacker.
Il dato certo è invece l’annuncio del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti di colloqui con diverse compagnie energetiche per rifornire l’Ucraina e l’Europa di gas nel momento in cui il flusso proveniente dalla Russia dovesse venire interrotto a causa di un conflitto, e già a Washington si sono detti pronti a rifornire (cioè a vendere) l’Europa del gas che non arriverebbe dalla Russia, cioè un terzo fabbosogno totale attraverso un ponte navale. Anche questa tuttavia appare una mera dialettica volta ad alzare la posta e cioè una minaccia, anche perchè come l’Europa ha bisogno di comprare il gas dalla Russia, la Russia ha la necessità di venderlo all’Europa, per non vivere di patate e vodka.
La tensione resta alta, ma difficilmente soffieranno venti di guerra. Più probabilemnte si arriverà alla de-escalation attraverso importanti compromessi, cioè rinunce da entrambe le parti: cos’è disposto a cedere l’occidente alla Russia per avere nella propria orbita l’Ucraina? In tutti i casi a farne le spese saranno gli ucraini, compressi fra l’occidentalismo forzato del presidente Volodymyr Zelensky, le bramosie della Nato e dell’Ue, e un orso russo schiacciato sempre più nella sua gabbia.