Ucraina. Zelensky al Parlameno Ue, ‘Vogliamo essere membri a pari diritti dell’Unione Europea’

Von der Leyen e Michel frenano.

di Andrea Cantelmo

“Vorrei sentire da parte vostra che la scelta dell’Ucraina verso l’Europa venga incoraggiata. Vogliamo essere membri a pari diritti dell’Ue. Stiamo dimostrando a tutti che questo è quello che siamo”. Questo è il passaggio fondamentale del discorso del presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, nel suo discorso al Parlamento Europeo accolto da una standing ovation dai partecipanti alla riunione straordinaria dell’assemblea.
L’istanza presentata dal presidente Zelensky va al di là del semplice sostegno finanziario, umanitario o militare. L’Ucraina ha fatto una richiesta formale di adesione all’Ue attraverso una procedura accelerata. Ovviamente, questa richiesta non ha facile risposta. Però, le prime reazioni sembrano positive poiché la presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, ha risposto prontamente che “questo deve essere il nostro momento whatever it takes”. Facendo una citazione all’attuale premier italiano, Mario Draghi, nel celebre discorso da presidente della BCE in una fase molto critica per l’euro. Inoltre, il Parlamento – fa sapere Metsola – si impegna a concedere lo status di candidato a Kiev in una prossima risoluzione.
La Commissione è l’organo deputato a stabilire se un paese è idoneo ad entrare nell’Unione e la von der Leyen ha subito chiarito che “l’Ue e l’Ucraina sono già più vicine che mai. C’è ancora una lunga strada da percorrere. Dobbiamo porre fine a questa guerra. E dovremmo parlare dei prossimi passi. Ma sono sicura: nessuno in questo emiciclo può dubitare che un popolo che difende così coraggiosamente i nostri valori europei appartenga alla nostra famiglia europea”. Dunque, sembra annunciare un esito positivo della richiesta ma non con i tempi immediati come richiesti da Zelensky.
Fondamentale il passaggio della risposta della presidente della Commissione Ursula von der Leyen che dice di attendere la fine della guerra prima di poter pensare ad un ingresso nella UE da parte dell’Ucraina poiché l’articolo 42 del Trattato di Lisbona prevede che vi sia una reciproca assistenza militare qualora uno degli Stati membri venisse aggredito. Dunque, un immediato ingresso di Kiev nell’Unione comporterebbe l’automatica entrata in guerra di tutti i paesi dell’Unione, opzione scartata al momento dall’UE ed è la condizione principale che rallenterà l’eventuale ingresso.
Dello stesso avviso anche il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, che sostiene che l’Europa debba analizzare attentamente la richiesta dell’Ucraina e “compiere le scelte opportune in modo determinato e chiaro” e ribadisce che “sarà difficile perché ci sono punti di vista diversi in Europa”.