Ungheria. In migliaia manifestano contro il governo, ‘buon Natale, signor Orban’

La "legge sulla schiavitù": 400 ore di straordinari all'anno da retribuirsi dopo tre anni.

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Fra le 15mila e le 20mila persone sono scese ieri in strada a Budapest ed in altre città dell’Ungheria per protestare contro il governo, in una manifestazione che ha visto la partecipazione di tutti i partiti dell’opposizione, dalle sinistre all’estrema destra.
“Buon Natale, signor primo ministro”, si è intitolata l’iniziativa che ha visto cortei con slogan dal tono “Non rubare”, “Tribunali indipendenti”.
Sono due le leggi contestate dai manifestanti: la “legge sulla schiavitù”, così è stata battezzata, dà ai datori di lavoro la facoltà di obbligare i dipendenti a fare 400 ore di straordinario all’anno da retribuirsi anche dopo tre anni, mentre un’altra prevede la creazione di un sistema parallelo di tribunali amministrativi alle dirette dipendenze del ministro della Giustizia, ma che si occuperanno anche di questioni politicamente delicate come legge elettorale, corruzione e diritto di manifestare. Un terzo motivo della protesta è stata l’istituzione di una fondazione voluta dallo stesso Orban nella quale sono confluiti 400 media, di fatto ora sotto il suo controllo, mentre un quarto motivo è stata la mancata adesione alla Procura europea, indipendente e finalizzata a contrastare la criminalità finanziaria nell’Ue.
Tuttavia l’Ungheria di Orban non va giù non solo alle opposizioni: in settembre il Parlamento europeo ha chiesto a larga maggioranza agli Stati membri di determinare, ai sensi dell’articolo 7 del Trattato, se l’Ungheria rischia di violare i valori fondatori dell’Ue, per cui si è innescata la procedura d’infrazione; l’Ungheria ha beneficiato ampiamente dei vantaggi seguiti all’adesione all’Ue, ma nonostante le riforme fatte il rapporto dell’eurodeputata olandese dei Verdi Judith Sargentini, che ha presentato la mozione al Parlamento europeo, parla di un paese dove è stato messo il bavaglio alla stampa indipendente, dove sono stati creati ostacoli alle università, dove sono stati rimpiazzati i giudici indipendenti con altri più amichevoli e deciso quali sono le chiese in cui pregare e in quali no.
In giugno è stata approvata in modo definitivo in Ungheria la legge “Stop Soros”, dal nome del miliardario ebreo-ungherese accusato dai sovranisti di finanziare le ong che si occupano di accoglienza dei migranti: la legge prevede imposte del 25 per cento sulle ong ma anche pene fino a un anno di carcere per chi aiuta il migrante che si reca in Ungheria per richiedere lo status di rifugiato. E’ stata anche data maggiore discrezionalità alla magistratura di mettere al bando ong che possano rappresentare una minaccia alla sicurezza nazionale.