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Ci si può aspettare di tutto in una campagna per le primarie Usa, anche che gli scandali vengano tirati fuori al momento opportuno per colpire questo o quel candidato.
Appurato ormai che Donald Trump è restato il solo in corsa alle primarie repubblicane, il democratico ma potente New York Times ha riportato le interviste ad una trentina di donne che hanno denunciato avance e molestie da parte del magnate newyorkese.
Tra tutte la ex modella Rowanne Brewer Lane, che ha riferito di una festa risalente al 1990 presso la villa del candidato a Palm Beach, in Florida, dove erano presenti una cinquantina di modelle ed una trentina di uomini: Trump, allora 44enne e reduce dal divorzio, condusse l’allora 26enne Lane in una e le chiese di indossare un bikini: “C’era chi si faceva il bagno in piscina e giocava in acqua – racconta la ex modella – . Non so per quale motivo è venuto a parlarmi e dopo un po’ mi ha preso la mano per portarmi a vedere la villa. Mi ha chiesto se avevo un costume. Quando gli ho risposto di no me ne ha fatto indossare uno e quando sono uscita dal bagno ha esclamato ‘wow’ e mi ha portato di nuovo in piscina chiedendo a tutti se non fossi una sbalorditiva Trump girl”.
Dal caso ne è seguita l’inchiesta del prestigioso quotidiano, che ha trovato decine di altre donne oggetto di apprezzamenti, avance e provocazioni nelle sue ville e nei suoi uffici presso la Trump Tower.
Una ha affermato che “Gli piaceva millantare le sue prodezze sessuali e la capacità di conquistare le donne, senza curarsi di chi aveva a fianco”.
Da nessuna parte si accenna ad una violenza sessuale, ma nella retorica da campagna elettorale Usa tanto basta a gettare un’ombra su Trump, che già deve districarsi dai big del partito che gli hanno girato le spalle, come gli ex presidenti Bush.
“Ma per gli affari e il lavoro – riferisce una – si affidava alle donne perché spesso lavorano sodo, molto più duramente degli uomini”.