Usa. Il libero scambio, l’ultima sfida di Obama

di Manuel Giannantonio –

obamaPer la fine del suo secondo mandato il 44mo presidente degli Stati Uniti ha come priorità la conclusione di un accordo imponente sul libero scambio, il Trattato transpacifico (TTP). Tuttavia, questa questione delicata si sta rivelando un autentico grattacapo per Obama, combattuto dall’opposizione del suo partito.
I senatori democratici hanno bloccato l’esame di un progetto di legge che mira a facilitare la conclusione degli accordi di libero scambio, infliggendo al presidente un colpo importante. Il progetto di legge, detto First track e sostenuto da Obama, mira a stabilire una procedura accelerata con la quale il Congresso possa approvare o rifiutare, senza emendamenti, qualsiasi accordo di libero scambio negoziato dall’esecutivo. Potrebbe servire per il Trattato transpacifico e per negoziare con l’Unione Europea.
Il progetto di legge non è certamente dimenticato, ma può costituire un problema per il Partito democratico, come sostiene Dana Milbank, giornalista dell’autorevole Washington Post. Il trattato, negoziato con 11 paesi, ha in effetti cristallizzato gli attacchi condotti dalla senatrice del Massachusetts, Elizabeth Warren. “In modo ricorrente, i lavoratori americani hanno fatto gli interessi di pessimi accordi commerciali”, ha denunciato il 12 maggio criticando inoltre il segreto che circonda le negoziazioni nell’elaborazione dell’accordo.
Per la Warren la disfatta di Obama è la testimonianza che i populisti “controllano ormai il Partito democratico. La collera contro le disuguaglianze ha raggiunto una soglia critica contro il sistema politico”.
Il dibattito sul libero scambio imbarazza moltissimo la favorita dei democratici per le presidenziali del 2016, l’ex segretario di Stato Hillary Clinton. La moglie di Bill Clinton “è bloccata tra i progressisti dei quali deve guadagnare i favori in vista della campagna elettorale per le primarie democratiche e il presidente, evidenzia provocatoriamente il New York Times.