Usa. Migranti: la disastrosa politica di Trump, 711 bambini non ricongiunti alle famiglie

di C. Alessandro Mauceri

È appena scaduto il termine di trenta giorni fissato dalla Corte federal Usa per mano del giudice Dana Sabraw di San Diego, che ha ordinato al governo il ricongiungimento di minori a oltre 2.500 famiglie di migranti.
La politica della “tolleranza zero” introdotta dall’amministrazione Trump per scoraggiare l’immigrazione clandestina aveva suscitato proteste e polemiche in tutto il mondo. Ma una nuova vicenda rischia di mostrare una situazione ancora peggiore del previsto.
Alla scadenza dei trenta giorni la Casa Bianca ha comunicato di aver operato “solo” per 1.800 minori (1.442 bimbi ricongiunti con genitori in custodia da parte dell’immigrazione americana e 378 rilasciati in “circostanze appropriate”). Si tratta di un esempio “di quanto sia impossibile rintracciare questi bambini una volta che sono stati posti nel buco nero della riunificazione”, come ha detto Maria Odom, vice presidente per i servizi legali per i bambini bisognosi di difesa, ha detto che alcuni bambini del suo gruppo sono stati inviati da New York in Texas per riunirsi con la madre, ma quando sono arrivati, hanno saputo che la madre era già stata rispedita oltre confine.
Alcuni attivisti per i diritti civili hanno riferito che dei genitori potrebbero essere stati indotti a tornare a casa dopo che era stato detto loro che i loro figli erano già tornati a casa. Molti hanno quindi hanno pensato che tornare nel proprio paese d’origine era l’unico modo per vedere i propri figli. Come nel caso di Almendarez: “Mi hanno detto: ‘È davanti a te”, ha detto rientrato nel suo vecchio negozio non lontano dalla capitale honduregna di Tegucigalpa. “Era una bugia”.
I funzionari del governo continuano a ripetere che tutti i migranti irregolari sono stati informati dei propri diritti e hanno ricevuto informazioni da un legale. A smentire questa affermazione sono i numeri: ad oggi sono oltre 700 i minori che non sono stati restituiti ai legittimi genitori.
Un documento ufficiale parla di ben 711 bambini non riaffidati ai genitori in quanto accompagnati da un adulto definito “non eleggibile per il ricongiungimento” (a causa della sua fedina penale o per altri motivi). Gli avvocati del governo avevano riferito al giudice federale che 917 genitori avrebbero potuto non essere ricongiunti con i loro figli o perché avevano rinunciato al ricongiungimento o perché avevano precedenti penali o non idonei per altri motivi. In molti casi la separazione è stata dovuta a causa della “bandiera rossa per adulti”, in riferimento a situazioni in cui il bambino potrebbe essere a rischio. Blanda la giustificazione: dei 711 bambini per i quali è stato ritenuto inammissibile il ricongiungimento familiare, in 120 casi sarebbero stati i genitori a “rinunciare al ricongiungimento”, ha detto il governo giovedì sera.
Secondo Lee Gelernt, avvocato dell’American Civil Liberties Union (ACLU) che ha citato in giudizio il governo sulla politica, “Il governo non dovrebbe essere orgoglioso del lavoro che stanno svolgendo nella separazione: è un disastro che hanno creato”.
L’ACLU ha detto che cercherà di rintracciare i genitori scomparsi, ma un ex direttore dell’ICE, l’agenzia che gestisce i migranti privi di documenti, ha detto di temere che molte famiglie non saranno mai riunite.
Ad oggi l’unica cosa certa è che, a seguito di politiche sbagliate e frettolose, molti genitori non rivedranno i propri figli a causa della politica a tolleranza zero imposta dal governo Trump.
A questo si aggiunge che nei giorni scorsi è stata diffusa la notizia secondo la quale negli ultimi cinque anni sarebbero state presentate decine (almeno 125) di denunce di abusi sessuali nei centri dove vengono ospitati i minori migranti. A rivelarlo è stata ProPublica che appellandosi al Freedom of Information Act, ha analizzato i documenti relativi di 70 dei circa 100 centri gestiti dall’Ufficio per i rifugiati, agenzia che dipende dal dipartimento della Sanità.