USA. Preoccupazione per un attacco israeliano all’Iran

Adnkronos, 14 gen 12 –

Cresce la preoccupazione di Washington per la possibilita’ che Israele decida autonomamente un attacco preventivo contro gli impianti nucleari iraniani. Il Wall Street Journal rivela che l’Amministrazione Usa ha accelerato i piani per mettere in sicurezza le strutture americane nella regione in caso di conflitto. Il presidente Barack Obama, il segretario alla Difesa Leon Panetta e altre figure di vertice dell’Amministrazione americana hanno inoltrato una serie di messaggi privati ai leader israeliani, mettendoli in guardia dalle conseguenze di un attacco militare. Gli Stati Uniti chiedono piu’ tempo, affinche’ le sanzioni e le altre misure messe in campo costringano Teheran ad abbandonare il progetto di costruizione di un’arma atomica. Un proposito sempre negato dall’Iran, ma ormai ampiamente acclarato dalla comunita’ internazionale. In questo ambito, il presidente Obama giovedi’ ha parlato al telefono con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, mentre il capo degli Stati maggiori riuniti, il generale Martin Dempsey, la prossima settimana si incontrera’ a Tel Aviv con i vertici militari israeliani. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti hanno messo in guardia anche Teheran dalle conseguenze che derivarnti dalle continue provocazioni messe in atto dal regime degli ayatollah. Secondo quanto riferito da alcuni funzionari dell’Amministrazione Usa, gli Stati Uniti si stanno preparando ad affrontare una serie di reazioni a un possibile attacco israeliano, compreso l’assalto da parte delle milizie sciite irachene all’ambasciata americana a Baghdad. Le autorita’ Usa ritengono che il ritiro dei militari dall’Iraq abbia reso piu’ vulnerabili le sedi diplomatiche nel Paese, dove ancora operano circa 15mila tra diplomatici, dipendenti del governo federale e contractor. Quale deterrente, gli Stati Uniti hanno deciso di mantenere 15mila militari nel vicino Kuwait, e hanno spostato nel Golfo Persico un secondo gruppo di attacco navale, comprendente una portaerei. Sono anche aumentate le vendite e le forniture di materiali militari ad alcuni alleati chiave nel Golfo, come l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi. Israele cerca di rassicurare gli Stati Uniti, sostenendo, per voce dell’ambasciatore a Washington, Michael Oren, che la minaccia di un attacco a Teheran e’ esercitata in chiave tattica: “Israele ritiene che l’irrigidimento delle sanzioni, combinato con una credibile minaccia militare, possa dissuadere Teheran dallo sviluppare capacita’ nucleari”. Ma un alto funzionario dell’Amministrazione Usa, riguardo alla possibilita’ che Israele decida di lanciare un attacco contro l’Iran, alla luce del recente annuncio dell’avvio delle operazioni di arricchimento dell’uranio anche nell’impianto sotterraneo di Fordo, non nasconde che “le nostre preoccupazioni sono aumentate”.