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Edward Snowden, la “talpa della Nsa”, continua a parlare e a far parlare di sè. E lo fa dall’aeroporto Sheremetyevo di Mosca, dove è bloccato anche perché gli Usa gli hanno ritirato il passaporto e quindi la possibilità di riparare, ad esempio, in Russia per raggiungere l’ambasciata del Venezuela, che gli ha concesso l’asilo. E dà “assaggi” di ciò che è in grado di svelare, proprio per “vendere” la propria collaborazione: il quotidiano statunitense “Guardian”, autore dello scoop che ha portato al “Datagate”, ha pubblicato nuove rivelazioni di Snowden che darebbero il colosso Microsoft complice dello spionaggio da parte della Nsa in quanto avrebbe aperto le proprie porte e quindi resi accessibili i dati dei propri clienti agli 007 informatici. Sul quotidiano è stato pubblicato che i documenti di Snowden “illustrano la portata della cooperazione fra la Silicon Valley e le agenzie di intelligence negli ultimi tre anni” quadro del programma Prism, per cui “Microsoft ha collaborato in modo molto stretto con i servizi di intelligence Usa per consentire di intercettare le comunicazioni dei suoi utenti, aiutando la Nsa a decodificare il proprio sistema”, come ha fatto anche Skype, acquistata da Microsoft nell’ottobre 2011.
