USA. Trump o Clinton? Chi conviene per l’Italia

di Manuel Giannantonio –

Trump clintonIn vista delle convention e del grande scontro politico per il posto di presidente Usa, forse è tempo di chiederci chi conviene a noi vedere entrare nella Casa Bianca. Porsi questa domanda è legittimo poiché le elezioni americane non sono mai un tema che riguarda solo il paese a stelle e strisce. Hillary Clinton, che incarna la realtà istituzionale, è storicamente più fedele nei confronti degli alleati e negli anni ha saputo costruire importanti rapporti anche nel mondo arabo. Donald Trump, invece, è il classico uomo senza mezze misure che continua, da quando sono iniziate le primarie, a mantenere un conservatorismo estremo. Il magnate dell’edilizia non sostiene il nostro export ed è del tutto indifferente all’Unione Europea. Gli occhi dell’intera diplomazia internazionale sono puntati su queste elezioni che determineranno parte dell’equilibrio internazionale.
Quanto accaduto nello Stato della Florida, nella città di Orlando, dove il 12 giugno sono morte 49 persone per mano di un 29enne di origini afgane che ha aperto il fuoco rivendicandosi come appartenente al sedicente Stato Islamico, consolida ulteriormente le distanze tra l’ex segreteria di Stato e il candidato repubblicano. Nelle ore immediatamente successive alla strage, si è inevitabilmente riaperto il dibattito sulla legge delle armi e sull’immigrazione. Il miliardario newyorchese è ferocemente intenzionato e vuole mettere al bando i migranti, soprattutto quelli provenienti dai paesi del mondo arabo.
Se gli slogan del magnate newyorchese non dovessero rimanere tali ci si deve aspettare necessariamente un peggioramento della situazione sul piano internazionale. Il tycoon della Grande mela in questi mesi si è posto come termometro simbolico di un malcontento popolare che nutre paura per la propria sicurezza e sentimento di odio contro il Califfato islamico, che risulta essere oggi il grande nemico dell’America. Con Trump alla guida del paese non è difficile immaginare l’inizio di una guerra vecchio stile. Tuttavia questa ipotesi non è del tutto scartata. L’ex first lady nei suoi quattro anni di segretario di Stato, in occasione del primo mandato Obama, ha spinto molto per il bombardamento della Libia nel 2011. L’intento era quello di rovesciare il regime di Muhammad Gheddafi. Entrambi dunque appaiono decisamente interventisti. La differenza la fa Hillary Clinton che potrebbe godere dell’appoggio dei paesi musulmani.
Se la politica estera sembra accomunare, anche se in maniera distante, i due pretendenti alla Casa Bianca, la questione della sicurezza nazionale tanto cara agli americani e quella della sicurezza internazionale appaiono divise. Trump ha dichiarato che “paghino di più per la loro difesa”, riferendosi ai paesi alleati, aggiungendo poi che “Gli Stati Uniti non possono svenarsi per difendere la Germania o il Giappone”. Il candidato repubblicano in questo modo intende comunicare che ogni paese deve aumentare le proprie responsabilità. Se dovesse imporsi Trump, il nostro paese non dovrà aspettarsi molti sostegni nella gestione del caso libico e della poca collaborazione egiziana sulla morte di Giulio Regeni.
Hillary Clinton, che gode già di un’esperienza estera importantissima, punta a mantenere un certo equilibrio internazionale dando continuità al progressismo incarnato da Barack Obama, che nello scacchiere geopolitico ha costruito rapporti importanti come la riapertura con la Repubblica Islamica dell’Iran, guidata da Hassan Rohani. La leadership e la governance targata Clinton sicuramente continuerebbe a conferire agli usa il ruolo di punto di riferimento per i paesi alleati che possono sempre contare su di lei.
Un altro dei punti fondamentali che divide la Clinton da Trump sono gli accordi commerciali. In vigore attualmente ci sono già quelli congiunti tra Messico, Canada e gli stessi Stati Uniti, ma anche quelli ancora in fase di sviluppo come il Ttip, Trattato transatlantico sul commercio e sugli investimenti. Un trattato che secondo gli esperti e il nostro governo rappresenta un’occasione grandissima per il nostro paese. Si andrebbe verso l’abbattimento dei dazi e delle barriere doganali. Un’eventualità importantissima soprattutto per i prodotti alimentari. L’eventuale amministrazione Clinton spingerebbe senz’altro per maggiori garanzie delle imprese americane sposando una linea di continuità con il progetto Obama.
Concludendo, con Donald Trump presidente, l’Italia sarebbe un buon alleato degli Stati Uniti d’America, ma con Hillary Clinton, sarebbe visto più come amico e le cose sarebbero sicuramente più fluide.