Venezuela. Riprendono i colloqui tra governo e opposizione

di Paolo Menchi

Il primo segnale che qualcosa stava cambiando era stato il piccolo riavvicinamento con gli Stati Uniti. Maduro aveva infatti incontrato alcuni funzionari del governo Biden nel palazzo Miraflores a Caracas, dove ha sede il governo venezuelano e, seppur si sia trattato di un incontro formale e poco significativo, è da considerarsi importante perché le due nazioni non avevano più dialogato dal 2019, quando si interruppero le relazioni a causa dell’appoggio dato dagli Usa al tentativo di rovesciamento del governo in carica.
Successivamente è arrivata la notizia che in questo fine settimana sono ripresi in Messico i colloqui tra governo e opposizione per cercare ad arrivare ad un accordo che permetta lo svolgimento di elezioni riconosciute come valide da entrambe le parti, e per cercare di uscire dal blocco politico che sta vivendo il Venezuela da anni, che non ha fatto altro che aggravare la pesante crisi economica con un tasso di inflazione che ha raggiunto quote astronomiche e che ha portato milioni di venezuelani ad emigrare verso gli Usa o verso alcuni stati vicini.
I nuovi incontri si terranno con l’appoggio e la mediazione del ministro degli esteri spagnolo Josè Luis Alvarez e la novità rispetto al passato è che le due parti si incontreranno dopo aver già discusso privatamente, e quindi con una bozza di accordo già ben definita, evitando così i brutti teatrini del passato in cui, durante gli incontri, si accusavano a vicenda, senza mostrare la volontà di fare un minimo passo per accettare i compromessi, necessari in queste fasi di mediazione.
Ci si attende molto anche a livello sociale da questo accordo: pare che verrà annunciata la creazione di un fondo di svariati milioni di dollari da destinare a mitigare gli effetti negativi della crisi economica sulla popolazione che da anni soffre moltissimo la carenza anche dei servizi primari come quelli sanitari e dell’istruzione, per non parlare della difficoltà di trovare persino i generi alimentari nei negozi. Non è ancora chiaro come verranno reperite le risorse per creare questo mega fondo.
Si respira un moderato ottimismo proprio perché gran parte dell’accordo è già stato raggiunto e perché si dice che in cambio gli Usa avrebbero promesso di togliere, o perlomeno alleggerire, le sanzioni e che aiuterebbero il Venezuela a rientrare nel mercato del petrolio. Una prospettiva molto allettante, visto che i giacimenti venezuelani sono i più ricchi al mondo, ma che da anni non riescono più ad essere sfruttati in assenza di risorse per ammodernare gli impianti ormai logori e inadeguati.