Yemen. La Croce Rossa, ‘oltre un milione gli ammalati di colera’

di C. Alessandro Mauceri –

Una delle conseguenze delle missioni di pace è il modo in cui vengono lasciati i paesi luogo degli scontri durante e dopo i combattimenti. Servizi igienici inesistenti, accesso a fonti d’acqua potabile rare e poco affidabili, cadaveri e distruzione di cui nessuno si prende cura. Tutto questo nello Yemen, dove i morti dall’inizio della guerra, tre anni fa, sono quasi 9mila e decine di migliaia i feriti, ha causato un’epidemia di colera, una delle malattie legate all’acqua, un dramma di cui Notizie Geopolitiche ne ha parlato qui e qui.
Ora un rapporto del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR), diffuso a Ginevra nei giorni scorsi, ha richiamato l’attenzione su un problema mai risolto: tra il 27 aprile e 8 novembre di quest’anno l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva registrato 913.741 casi sospetti di colera e 2.196 morti. I casi oggi hanno superato la soglia del milione. Sebbene il picco pare essere stato registrato nel mese di giugno (con oltre 50mila casi di contagio), l’epidemia di colera nello Yemen non pare avere fine: la scorsa settimana l’Organizzazione mondiale della sanità ha registrato “solo” 7.622 nuovi casi, un numero inferiore a quello di qualche mese fa, ma si prevede un nuovo aumento dei casi a marzo, all’inizio della stagione delle piogge.
Oltre l’80% della popolazione non dispone né di accesso a fonti di acqua pulita, né di carburante necessario per raggiungere i luoghi di approvvigionamento sicuri, né di cure mediche. L’OMS aveva avvertito alcune settimane da che la lotta all’epidemia avrebbe potuto subire “una grave battuta d’arresto” a causa del blocco imposto dall’Arabia Saudita a causa della coalizione militare che combatte i ribelli sciiti Houthi, che occupano vaste zone dello Yemen, compresa la capitale Sanaa. I pochi aiuti umanitari che riescono a raggiungere la popolazione non sono assolutamente sufficienti per far fronte all’epidemia ormai incontrollabile: secondo fonti delle Nazioni Unite sarebbero oltre 16 milioni le persone che necessitano di assistenza medica.
Dopo l’allarme lanciato dalla CICR, la coalizione guidata dall’Arabia Saudita ha dichiarato che il porto di Hodeida, sul Mar Rosso, rimarrà aperto “per un periodo di trenta giorni” al fine di consentire agli aiuti umanitari e alle imbarcazioni commerciali che trasportano cibo e carburante di raggiungere almeno parte della popolazione.