Catalogna. Arrestati due leader indipendentisti. Turul, ‘una provocazione dello Stato spagnolo’

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Mentre a Madrid il premier Mariano Rajoy sta aspettando una risposta dal presidente della Generalitat Charles Puigdemont alla domanda se egli abbia dichiarato o meno in Parlamento l’indipendenza della Catalogna, la magistratura sta compiendo il suo lavoro. Se per il capo dei Mossos d’esquadra, Josep Lluis Trapero, è stata disposta la libertà vigilata nell’attesa di chiarire la sua posizione per il quanto accaduto prima e durante il referendum del 1 ottobre, le manette sono scattate ai polsi di Jordi Sanchez e Jordi Cuixart, rispettivamente leader di Asamblea Nacional Catalana e di Omnium Cultural, le due principali associazioni indipendentiste promotrici della consultazione referendaria.
A metterli sotto accusa è stato la giudice Lamea su richiesta della procura spagnla: i due sono accusati di sedizione in quanto avrebbero convocato e incoraggiato le centinaia di persone che la sera del 20 settembre costrinsero la Guardia Civil a barricarsi negli uffici che stava perquisendo. E’ la stessa accusa rivolta a Trapero in quanto i Mossos d’esquadra non erano intervenuti per salvare i colleghi, ma Cuixart e Sanchez erano poi saliti su alcune auto della polizia spagnola e da lì avevano fomentato alla “mobilitazione permanente”.
Il portavoce del governo separatista catalano, Jordi Turul, ha definito l’arresto dei due esponenti indipendentisti una “provocazione dello Stato spagnolo”, e Puigdemont ha affermato che “La Spagna imprigiona dei dirigenti usciti dalla società civile per aver organizzato manifestazioni pacifiche. Noi abbiamo di nuovo, tristemente, dei prigionieri politici”.