Cina. Trump in visita ammorbidisce i toni su deficit commerciale e Corea del Nord

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Il presidente Usa Donald Trump sembra cambiare la propria dialettica a seconda di dove si trova. Giunto in visita in Cina, dopo essere stato in Giappone e Corea del Sud e prima di giungere domani in Vietnam e poi nelle Filippine, ha sì toccato i temi fondamentali degli scambi commerciali e della crisi nordcoreana, ma con un taglio ben diverso rispetto a quello usato in campagna elettorale o dopo i test nucleari di Kim Jong-un.
Sul primo tema si è passati dalla chiusura totale dell’import dalla Cina e alla tassazione delle aziende statunitensi che lì hanno delocalizzano, cose che “distruggono i posti di lavoro negli Usa”, alla considerazione di Trump secondo cui Pechino non ha responsabilità per lo “sconvolgente” deficit commerciale con l’altra parte del Pacifico, che supera i 300 miliardi di dollari. Incontrandosi con il presidente cinese Xi Jinping, Trump ha infatti dichiarato che “Non dò alcuna colpa alla Cina. Dopo tutto, chi può biasimare un paese che approfitta di un altro paese per il bene dei suoi cittadini?” “Al contrario – ha proseguito il presidente Usa – accuso le precedenti amministrazioni statunitensi per avere consentito che si creasse e crescesse questo deficit commerciale incontrollabile”. Un deficit “scioccante”, e “Invito la Cina e il suo grande presidente a lavorare duramente su questo”, ha detto Trump.
Trump, che si è presentato a Xi con una delegazione di una trentina di imprenditori, ha annunciato la stesura di accordi commerciali con la Cina per 250 miliardi di dollari nei settori dell’energia, del manifatturiero e dell’aviazione.
Sulla crisi nordcoreana il capo della Casa Bianca è passato dall’accusare insistentemente Pechino di non fare abbastanza nei confronti di Pyongyang alla constatazione che “c’è una soluzione alla crisi”, per cui Stati Uniti e Cina possono operare insieme per risolvere problemi “di grande pericolo e di sicurezza”.