Edi Rama e la “Grande Albania” minacciano la pace nei Balcani

di Notizie Geopolitiche – 

Benchè il ministro degli Esteri di Belgrado, Ivica Dacic, abbia definito come un semplice bluff le dichiarazioni del primo ministro albanese, Edi Rama, il quale aveva minacciato l’unificazione del suo paese con il Kosovo con l’obbiettivo di creare una “Grande Albania” (una versione in piccolo della “Grande Serbia” cui puntava Milosevic), la tensione nella penisola balcanica sta crescendo notevolmente.
In un’intervista rilasciata al giornale “Politico”, Rama aveva infatti dichiarato che se non ci sarà un’integrazione di Albania e Kosovo nell’Unione Europea (un traguardo dal quale Tirana e Pristina sono estremamente distanti) si andrà invece verso un’unificazione dei due stati in un’entità singola; rispondendo alla domanda sulla possibilità di una fusione tra i due paesi Rama ha infatti affermato: “tutti vorrebbero far parte di una grande unione, ma se questo non sarà possibile, sicuramente potrebbe accadere che nascano unioni più piccole”.
In seguito a queste parole i giornali serbi hanno parlato di minacce di guerra da parte di Tirana mentre il quotidiano Informer, vicino al governo, ipotizzando un coinvolgimento anche della Turchia, ha titolato: “Erdogan sta preparando Rama e Thaci alla guerra”.
Le affermazioni della stampa serba non sono infatti un’esagerazione: l’annessione del Kosovo da parte dell’Albania sarebbe un passo che Belgrado non sarebbe disposto ad accettare: la Serbia (insieme ad altri 77 paesi tra i quali Russia e Cina) non ha mai riconosciuto l’indipendenza di Pristina, dichiarata unilateralmente il 17 febbraio 2008; Belgrado punta infatti a riprendere il controllo sulla regione e, contemporaneamente, a tutelare gli interessi della minoranza serba presente in Kosovo la quale, nell’indifferenza generale, è vittima di una vera e propria pulizia etnica.
La nascita del Kosovo, in seguito alla sconfitta delle forze jugoslave nella guerra combattuta tra il 1996 ed il 1999, è stata favorita da Nato ed Unione Europea con il fine di indebolire e smembrare il principale alleato di Mosca nella regione, creando così uno stato in mano alla criminalità organizzata, incapace di controllare il proprio territorio ed i propri confini e trasformatosi in un campo base per trafficanti e jihadisti alle porte dell’Europa. Negli anni successivi al conflitto la tensione tra Belgrado e Tirana, invece che placarsi, è rimasta latente, generando una situazione di pace instabile che, se Rama attuasse le sue minacce, potrebbe precipitare con effetti imprevedibili.