La Polonia ammoderna le forze armate (con i soldi Ue)

di Francesco Cirillo

La Polonia sta lavorando attentamente, con i fondi europei che riceve da Bruxelles, alla modernizzazione delle proprie forze armate.

Polonia 2022: un Processo lungo ma efficiente.
Lo scoppio della crisi Ucraina e l’annessione russa della Crimea avvenuta nel 2014, ha allarmatoi vertici polacchi che dal 2015 hanno deciso di aumentare il budget per il comparto militare. Varsavia vuole incrementare la propria potenza militare per diventare, in futuro, indipendente dal supporto militare statunitense che rimane il principale alleato del paese.
La riorganizzazione e l’ammodernamento, iniziato nel 2007, dell’apparato di sicurezza nazionale sarà alla base della politica militare polacca per i prossimi 6 anni. Il processo ha tre punti cardine:

– Sviluppare l’apparato militare polacco per renderlo efficiente e per reagire in caso di minacce che mettano in pericolo l’integrità territoriale polacca.
– sviluppare un quadro normativo leggero e flessibile per gestire le competenze delle autorità militari polacche che fanno capo allo stato maggiore di Varsavia.
– organizzare una protezione adeguata degli interessi nazionali polacchi quali la sovranità e l’indipendenza del paese.

Il sistema di sicurezza nazionale: come sono organizzate le forze armate polacche.
L’apparato che coordina le forze militari polacche è diviso tra gli organi istituzionali che sono in conformità con la Costituzione polacca. Ne sono integrati il presidente della Repubblica, il Parlamento, il primo ministro e il Consiglio dei ministri della Polonia. Agli organi legislativi, esecutivi e giudiziari sono compresi le forze armate e i servizi governativi che hanno il compito di prevenire e difendere la Polonia dalle minacce esterne e tutelare la sicurezza.
Naturalmente non è stato facile integrare il comparto militare-industriale polacco: il trasferimento dalla PHO,la Holding della Difesa polacca, alla PGZ, il Gruppo armamenti, non è stato completamente indolore, poiché l’integrazione fra le differenti industrie che operano nel settore della difesa ha portato ad un incubo gestionale e l’allineamento fra i piani industriali nazionali e la ripartizione delle funzioni fra PGZ e realtà private, come la WB Electronics leader nel campo dei sistemi radar, si sta rilevando più complicato di quanto si pensava.

Varsavia punta sulle capacità di reazione e sui sistemi anti-missile.
Il governo di Varsavia ha varato il TMP (Technical Modernization Plan), ambizioso piano di ammodernamento delle forze armate per il periodo 2013-2022. Il piano ha speso quasi 8.231 miliardi nel solo anno del 2014 per l’acquisto di equipaggiamenti militari,armamenti, modernizzazione degli armamenti già presenti e acquisizione di esplosivi e munizioni. Poi sono stati spesi per l’investimento di programmi di ricerca sia a livello Ue sia a livello Nato. Tutto per portare ad un livello di crescita effettiva delle capacità delle forze armate della Polonia. Il TMP ha subito nel biennio 2013-2015 un forte rallentamento per questioni di vincolo di bilancio comportando due effetti negativi principali:
– sul piano nazionale è stato necessario ricollocare risorse per soddisfare le esigenze di manutenzione interna;
– sul piano internazionale gli investitori e i partner hanno visto percepito un forte stallo che ha colpito il programma TMP.
Invece Varsavia punta ad acquisire batterie anti-missile capaci di intercettare sia missili a corto raggio sia a medio e lungo raggio.
La Polonia ha acquistato il sistema di difesa missilistico Wisla, che comprende l’installazione di aeree coperte da missili anti-balistici ABM capaci di intercettare i missili con un raggio di azione breve, sia missili a medio raggio con una capacità di azione di 100 chilometri.
Se nel primo caso ci si riferisce al sistema russo Iskander è evidente; nel secondo si arriverebbe alla capacità per intercettare target in movimento, UAV e missili cruise.