Nigeria. Trattative del governo con il Boko Haram per il cessate-il-fuoco

Notizie Geopolitiche

Una settimana fa i jihadisti del Boko Haram hanno compiuto l’ennesimo attacco alla città di Maiduguri, capitale dello stato nigeriano del Borno, uccidendo una ventina di persone e ferendone un’ottantina. E’ tuttavia lunga la scia di sangue per un conflitto che dal 2009 sta lacerando la parte settentrionale del paese ed anche le zone di oltreconfine con veri e propri eccidi, villaggi incendiati, bambini arruolati come soldati e ragazze schiavizzate.
Il Boko Haram era fino al 2015 alleato degli al-Shabaab somali e quindi rientrava nella rete di al-Qaeda, ma poi ha aderito allo Stato Islamico di Abu Bakr al-Baghdadi: lo stesso “Califfo” aveva individuato nel 2016 il nuovo leader del gruppo in Abu Musab al-Barnawi, in sostituzione di Abubhakar Shekau, il quale aveva addirittura annunciato in un video la resa del Boko Haram. Shekau sarebbe poi rimasto ucciso in un raid dell’aviazione nigeriana presso il villaggio di Taye, nella foresta di Sambisa dello stato del Borno.
Il gruppo terroristico è comunque stato severamente ridimensionato rispetto agli anni passati grazie all’intervento militare di una coalizione che ha visto impegnate nei tre stati interessati dal Boko Haram le forze di Nigeria, Ciad, Niger, Camerun e Benin.
Nonostante questo nelle ultime settimane si è assistiti ad una recrudescenza delle violenze, per cui il governo della Nigeria ha parlato di trattative in corso per arrivare ad una tregua, se non a “un cessate-il- fuoco permanente” che potrebbe comportare “un’amnistia per chi deporrà volontariamente le armi”.
Il Boko Haram ha dato in più occasioni l’impressione di cedere, salvo poi continuare a colpire, ma ad Abuja si è comunque certi che almeno una parte consistente del gruppo terroristico potrebbe cessare le ostilità, anche perché in nove anni di scontri il proposito di arrivare alla secessione dei tre stati dell’Adamawa, di Jobe e del Borno non è stato realizzato neppure parzialmente.
Altresì il presidente Muhammadu Buhari aveva garantito in campagna elettorale di mettere fine al conflitto e l’anno prossimo scadrà il suo mandato, per cui vi saranno nuove elezioni.