Olanda. Espulso il ministro turco per la Famiglia, divieto di atterraggio per Cavusoglu: è tensione con Ankara

di Enrico Oliari

E’ tensione tra la Turchia di Recep Tayyp Erdogan e l’Olanda (ma il discorso vale anche per Germania e Austria) , dopo che ieri al ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu è stato vietato il permesso di atterrare in Olanda, a Rotterdam, dove avrebbe dovuto tenere un’arringa davanti alla folta comunità turca di Rotterdam per il “sì” al referendum costituzionale. Già in mattinata il premier conservatore olandese, Mark Rutte, aveva definito “non auspicabile” l’intervento di Cavusoglu, il quale infuriato aveva minacciato “pesanti sanzioni ai Paesi Bassi”, ma poi la situazione si è ulteriormente aggravata dopo che, oltre al divieto di atterraggio del volo, Rutte ha espulso la ministra turca della Famiglia Fatma Betul Sayan Kaya in quanto ospite “indesiderata”.
L’esponente del governo turco è quindi stata accompagnata nella notte alla frontiera con la Germania, ed è rientrata poi in Turchia con un jet privato fornito dal ministro dello Sport Akif Cagatay Kilic, in Germania per alcuni eventi sportivi.
Rutte aveva imposto alla Sayan Kaya di non recarsi a Rotterdam per tenere comizi, ma la ministra aveva fatto orecchie da mercante. Un’azione “totalmente inaccettabile” per il capo del governo olandese, gesto al quale il collega turco Binali Yildirim ha risposto che “Protestiamo vivamente contro le decisioni delle autorità olandesi. Ankara reagirà duramente”. “La pressione sulla Turchia e su un ministro che gode dell’immunità diplomatica – ha aggiunto – è inaccettabile: i nostri amici europei che amano parlare di democrazia e libertà ad ogni occasione hanno fallito loro stessi alla fine nel rispetto dei diritti umani”.
Il presidente Erdogan ha definito il comportamento dell’Olanda “fascista”, “nazista” e “anti-democratico”, un’offesa per l’Olanda alla quale ha risposto Rutte affermando che si tratta di “affermazioni folli” in quanto “l’Olanda è stata bombardata dai nazisti”.
Come se non bastasse in mattinata a Istanbul c’è stata una manifestazione di nazionalisti davanti al consolato turco di Istanbul, dove un uomo, uno sconosciuto, è salito sul tetto della rappresentanza consolare passando dagli edifici attigui e ha sostituito la bandiera olandese con quella turca gridando ‘Allah akbar’, cioè ‘Allah è grande’. Un’iniziativa che rischia di avere effetti in un’Olanda dove a giorni si vota e dove l’estrema destra dello xenofobo ed anti-Islam Gert Wilder continua a guadagnare consensi.
La bandiera è rimasta a sventolare sull’edificio per circa mezz’ora, prima di essere sostituita dai dipendenti del consolato olandese.
Il controverso referendum per il quale i turchi sono chiamati a decidere e per cui i ministri del governo stanno cercando di sensibilizzare le comunità turche residenti in Europa riguarda la riforma costituzionale in senso presidenzialista voluta da Erdogan: con la vittoria del “sì” al presidenzialismo diverrebbe di fatto il “sultano” del paese, con la permanenza al potere garantita fino al 2029.
Dopo gli arresti di decine di migliaia di insegnanti, magistrati, militari, diplomatici e dipendenti pubblici a seguito del fallito golpe del 15 luglio (vero o presunto che sia stato), e dopo il sequestro di testate giornalistiche dell’opposizione e l’arresto di numerosi giornalisti, in Austria sono stati cancellati quattro comizi pubblici di politici turche, stessa cosa in Germania e Svizzera.

Nella seconda foto: il premier turco Bilal Yildirim.