Ue. Consiglio Interni: nessuno dà i porti, ma arrivano soldi per le proposte italiane

di C. Alessandro Mauceri

Cara Italia, ti diamo tutto, basta che ti arrangi. E’ questo il senso di quanto uscito dal vertice informale dei ministri dell’Interno dei Ventotto, il Consiglio Interni dell’Ue che si è tenuto a Tallinn, in Estonia, dove sull’emergenza migranti Francia, Olanda, Germania, Belgio e Spagna hanno fatto sapere l’intenzione di non mettere a disposizione i propri porti. Il ministro italiano Marco Minniti ha tuttavia ammesso che la cosa non era all’ordine del giorno, che verrà tirata fuori l’11 luglio a Varsavia, al vertice Frontex, “ci sono posizioni diversificate, ne discuteremo con molta franchezza”.
D’altronde le posizioni erano chiare già prima del vertice, tanto che il tedesco Thomas de Maiziere ha affermato che “Non sosteniamo la cosiddetta regionalizzazione delle operazioni di salvataggio”, ed il belga Theo Francken ha precisato di non credere che “il Belgio aprirà i suoi porti” ai migranti salvati nel Mediterraneo.
Il ministro dell’Interno spagnolo Juan Ignacio Zoido ha specificato che “L’Italia ha chiesto aiuto, e noi vogliamo dargliene, ma i porti della Spagna sono sottoposti ad una pressione importante nel Mediterraneo occidentale, aumentata del 140%, che impone anche a noi un grosso sforzo per i salvataggi in mare”, ed il collega olandese Stef Blok ha notato che “Aprire più porti non risolverà il problema. Bisogna pensare al ruolo che i porti africani potrebbero avere come quelli di Tunisia ed Egitto ad esempio”.
Neppure la missione Triton verrà ridisegnata: lo ha detto chiaramente il commissario europeo alla Migrazione Dimitris Avramopoulos affermando che “Il mandato della missione è ben definito. Si tratta di migliorare l’attuazione di quanto già concordato. Fanno già un lavoro molto buono”. “L’obiettivo di Triton – ha spiegato – com’è attualmente è chiaro. Però occorre più lavoro all’interno dell’Ue, ma anche con i nostri vicini nordafricani, per condividere il peso ed assicurare che l’Italia non sia lasciata sola. (…) L’Agenzia Ue delle guardie di frontiera avrà una discussione con le autorità italiane e gli altri Stati coinvolti, sul piano operativo, la settimana prossima”.
L’Italia è riuscita a spuntarla su altri temi non meno importanti, dalle ong alla Libia ai rimpatri.
La proposta italiana di concentrare fondi in Libia per un progetto di accoglienza lì dei migranti è stata condivisa ed accolta, per cui l’Ue inizierà con lo stanziamento di 46 milioni di euro per il coordinamento navale, ed altri 35 milioni saranno destinati all’Italia per lo stesso motivo. Ai paesi membri verrà inoltre chiesto di incrementare il Fondo fiduciario Italia-Africa, che nei propositi dovrebbe raggiungere 2,6 miliardi, ma che al momento ha raccolto solo 89 milioni di euro.
All’Italia è poi stato affidato il mandato di redigere entro pochi giorni un codice di comportamento delle ong, le cui navi non potranno entrare nelle acque libiche, spegnere i trasponder , fare segnali luminosi notturno e trasbordare i naufraghi da una nave all’altra.
Ha trovato consenso anche l’idea di un coordinamento per il rilascio dei visti a quei paesi che si impegneranno a contrastare i trafficanti e l’immigrazione clandestina e che coopereranno nei programmi di riammissione.
Anche la richiesta di aumentare le quote dei ricollocamenti è stata accolta dalla maggioranza dei Ventotto (Ungheria e Repubblica Ceca sono in zona di procedura di infrazione), per cui Minniti al termine dell’incontro ha potuto affermare che “La riunione è andata secondo le aspettative, perché c’era un’agenda che era già stata disegnata dall’incontro di Parigi di domenica scorsa e dalla Commissione europea”.
“Sulla questione dei flussi migratori – ha spiegato Minniti – in Libia c’è stato un ampio consenso, con la sottolineata necessità di ampliare i finanziamenti andando oltre i fondi già predisposti dalla Commissione europea e prevedendo finanziamenti dei singoli Stati membri. Per quello che si è ascoltato in questa riunione sembra che ci sia stata una disponibilità dei singoli Stati”.