Usa. Trump annulla il Daca. E Chicago diventa “Trump-free zone”

di C.Alessandro Mauceri –

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, non smette di far parlare di sé: nei giorni scorsi ha deciso annullare il Daca (Deferred Action) for Childhood Arrivals, lanciato da Obama nel 2012, che di fatto legalizzava la presenza di milioni di immigrati minori di sedici anni giunti senza documenti nel paese seguendo i genitori. Il procuratore generale di Trump, Jeff Sessions, ha giustificato la decisione di annullare il Daca, definendolo “un’elusione aperta delle leggi sull’immigrazione” e un uso anticostituzionale dell’autorità esecutiva.
Immediate le reazioni a questa decisione sia politiche che mediatiche. Il sindaco di una delle più importanti metropoli statunitensi ha voluto opporsi in maniera decisa a tale provvedimento lanciando un segnale di protesta.
Parlando alla Solorio Academy High School Rahm Emanuel, primo cittadino di Chicago, ha annunciato che la sua città sarà Trump free zone, ovvero un’area libera dal presidente Trump: “A tutti i Dreamers di Chicago: siete i benvenuti in questa città, qui siete a casa vostra e non avete nulla di cui preoccuparvi. Voglio che veniate a scuola e che inseguiate i vostri sogni. Questa è una Trump-free zone”. I Dreamers sono i ragazzi, figli di immigrati che da bambini, entrati illegalmente insieme ai genitori negli Stati Uniti e che ora rischiano di essere espulsi. La decisione di definirli Dreamers deriva dal Dream Act che prevedeva di dare agli immigrati non autorizzati la condizione giuridica in cambio di frequentare il college o di unirsi alle forze armate.
Rivolgendosi ai Dreamers, Rahm ha garantito accoglienza e servizi. Raham, democratico, in passato ha lavorato come capo dello staff alla Casa Bianca dopo l’elezione di Barack Obama alla presidenza nel 2008. Lo stesso Obama ha definito “sbagliata e crudele” la decisione dei giorni scorsi dell’amministrazione Trump e ha chiesto pubblicamente al presidente in carica di tornare indietro sui suoi passi.
Ancora di più ha fatto l’attore George Clooney che con la moglie Amal ha deciso di sfidare Trump accogliendo un profugo minorenne iracheno della minoranza yazida, dopo averlo fatto entrare nel paese violando tutti i controlli. Una decisione che secondo molti potrebbe essere un segno che l’attore americano ha deciso definitivamente di scendere in politica. Lo scorso anno Clooney aveva chiesto ai fratelli Coen di realizzare un film “impegnato”: “Chiamai i fratelli Coen – ha raccontato l’attore – per chiedere loro se potevamo provare a dare un’occhiata al copione e farne un film storico ambientandolo in una città come Levittown”. “Mi sembrava un momento appropriato per parlare di muri e minoranze che fanno da capro espiatorio, anche se all’interno di un thriller insolito”.
Non è la prima volta che Clooney emette giudizi su Trump che ha definito una “nuvola nera” sopra gli Stati Uniti. Dalla sua parte si è subito schierato Matt Damon che a parlando di un’eventuale impegno in politica di Clooney, ha dichiarato che “Non ci potrebbe essere un presidente degli Stati Uniti migliore di George”.