Afghanistan: Di Maio nei paesi dell’area per un approccio multilaterale

I talebani nella valle del Panshir, duro colpo per Massoud.

di Enrico Oliari

Intervenendo dal Qatar in videoconferenza alla Festa del Fatto quotidiano, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha reso noto che difficilmente il governo italiano riconoscerà quello afgano dei talebani. A Salvatore Cannavò e a Fabrizio D’Esposito che lo intervistavano, Di Maio ha spiegato che come hanno fatto diversi paesi occidentali tra cui gli Usa verrà temporaneamente spostata a Doha l’ambasciata italiana di Kabul, e che l’idea è quella di puntare sul multilateralismo per aiutare gli afgani e per prevenire azioni terroristiche in occidente.
La ritirata di Usa e alleati dall’Afghanistan e la conseguente consegna del paese ai talebani, cosa decisa dall’amministrazione Trump attraverso le trattative di Doha, ha aperto la strada a Russia e Cina, ed in particolare quest’ultima conta di aumentare la propria influenza nel paese attraverso colossali progetti infrastrutturali e di ricostruzione. I due paesi hanno mantenuto le loro rappresentanze diplomatiche a Kabul, e già una delegazione di talebani si è incontrata a Pechino con esponenti del governo locale.
E’ così necessario puntare sul multilateralismo, cioè sul coinvolgimenti di più attori per evitare che l’Afghanistan si trasformi in un campo di concentramento talebano per la stessa popolazione, come pure per la gestione dei molti profughi che, non potendo partire con gli aerei occidentali, si sono recati o si stanno recando nei paesi circostanti, tra cui Iran e Pakistan.
Proprio per spingere sulla strada del multilateralismo Di Maio è stato in Uzbekistan ed oggi si è recato il Pakistan, mentre in Qatar ha incontrato l’emiro di Stato Mohamed bin Abdulrahman al-Thani e il ministro delle Finanze ad interim e ministro del Commercio e dell’Industria Ali bin Ahmed al-Kuwari per discutere di cooperazione bilaterale e della crisi afgana.
Intanto i talebani hanno inferto un duro colpo alla resistenza dell’Alleanza del Nord, guidata dal figlio del “Leone del Panshir”, il generale Ahmad Massoud. Nell’Alleanza sono confluiti i militari che non si sono arresi, poliziotti in fuga dalle città e tribù tradizionalmente ostili ai talebani e l’ex presidente Amrullah Saleh, ma come ha comunicato Emergency “Nella notte di sabato 4 settembre, le forze talebane si sono spinte dentro la valle del Panshir, raggiungendo il villaggio di Anabah”. Emergency ha precisato nella nota che “i talebani non hanno interferito con le nostre attività”, e che la popolazione sta abbandonando i villaggi. In un primo momento si è parlato della fuga di Massoud in Tagikistan, ma poi la cosa è stata smentita.
Ancora i talebani non hanno annunciato il nuovo governo, che dovrebbe comprendere l’ex presidente Hamid Karzai e il capo negoziatore per il governo alle trattative di Doha Abdullah Abdullah, ma uno dei portavoce della galassia talebana ha affermato che l’ufficializzazione verrà fatta a breve, e che vi saranno numerosi ministri tecnici.