Al Bano e Toto Cotugno: le spie

di Dario Rivolta *

Pensavamo che la punta avanzata del nostro controspionaggio avesse trovato completa soddisfazione nella decisione assunta dal Parlamento europeo (su iniziativa di una deputata polacca) di considerare Sputnik e la televisione russa in lingua inglese RT come fonti (uniche) delle notizie false (fake news) che circolano in Europa. Sembrava che l’invito a mettere fuori legge questi organi di stampa avesse finalmente liberato il mondo da quella lunga mano di Putin che era riuscita perfino a fare eleggere un presidente americano di suo gradimento.
Purtroppo, ci siano sbagliati.
In verità gli investigatori più abili a scoprire spie e terroristi sono gli ucraini. Solo grazie a loro abbiamo scoperto che dietro la facciata di cantanti dagli acuti roboanti si nascondono due spie insospettabili: Al Bano e Toto Cotugno.
Col senno di poi, possiamo affermare che era sotto gli occhi di tutti e sarebbe già bastato ascoltare con più attenzione le parole delle canzoni. Avremmo scoperto che attraverso note apparentemente bonarie i due cantanti lanciavano messaggi subliminali, volti a disgregare Paesi, a dirottare l’attenzione di sprovveduti cittadini dalla politica invitandoli al gozzoviglio e a fomentare disordini sociali, lesivi della pace e della sicurezza di popolazioni e di città presso cui si esibiva.
Al Bano quando cantava “Felicità è un bicchiere di vino con un panino” si trattava, evidentemente, di un invito a scegliere l’astensionismo anziché la partecipazione democratica. Se diffondeva canzoni dal titolo “Cara terra mia” non si trattava di nostalgie per terre lontane ma di un’istigazione al nazionalismo. Per non parlare che in quel “mia” c’era una indiscutibile incitazione xenofobica (qualcuno la pensa perfino razzista).
I servizi segreti ucraini, in collaborazione con il loro lungimirante ministro della Cultura, hanno analizzato con accuratezza tutti i testi e monitorato i comportamenti dei due cantanti.
Ammettiamolo, sono stati facilitati dal fatto che Al Bano, scoprendosi dilettantisticamente un po’ troppo ha, qui e là, ammesso di ammirare Putin e di avergli perfino stretto la mano. Mentre si esibiva a Mosca e dintorni, è arrivato anche a dire che amava la Russia e che con i russi si sentiva appartenere a “una stessa faccia, una stessa razza”. Perché non ha dette le stesse cose verso gli ucraini? È inutile interrogarsi sul perché del suo comportamento. Di sicuro, nella sua spionistica scelta di campo ha giocato la conterraneità con quei cittadini di Crimea discendenti dagli abitanti di Trani e di Molfetta, quelli che fin dal lontano 1700 e con eccezionale preveggenza si erano trasferiti in gran numero sulle coste della Crimea. Non c’è dubbio che sia stato grazie alla loro “infiltrazione” che il referendum per l’annessione alla Russia sia stato un plebiscito a favore di Mosca. È vero che Stalin ne aveva uccisi molti e altri li aveva deportati in Siberia ma sotto Kruscev erano potuti ritornare e sicuramente sono stati loro la quinta colonna moscovita.
Ebbene, dopo aver fatto questa scoperta sulla vera professione di Al Bano e su quella di Toto Cotugn, gli ucraini hanno saputo prendere quella decisione che noi avremmo dovuto assumere tempo fa: l’interdizione a entrare nel Paese. I concerti già programmati sono stati cancellati e le elezioni politiche che si terranno il 31 di marzo potranno svolgersi, senza le subdole interferenze degli accattivanti acuti di questi falsi cantanti, in modo libero e democratico.
Che in Ucraina si sia molto attenti a combattere le fake news e i potenziali infiltrati mandati dall’orso moscovita non è una novità. Infatti Toto Cotugno e Al Bano non sono le prime spie pericolose ad essere state scoperte e a cui sia stato bandito per sempre l’ingresso nel Paese. Tra le 146 personalità giudicate indesiderabili ci sono altri personaggi che si mascheravano con un’altra professione. Un esempio tra i tanti è quello dell’attore (ex francese) Gerard Depardieu, che aveva voluto acquisire la cittadinanza russa. Un altro nel mondo dello spettacolo è stato il regista serbo Emir Kusturica. Come loro, anche al ballerino giapponese Iwata Morihiro che aveva partecipato ad un festival a Donetsk è stato imposto l’ostracismo. Al Bano e Toto Cotugno non sono comunque gli unici italiani al servizio del FSB. Che dire del nostro Michele Placido, che da noi finge di fare l’attore, e che è stato identificato come personaggio pericoloso legato a Putin? Giustamente, anche lui non potrà più entrare in Ucraina.
Ad essere sinceri, come spie si sono comportati tutti da dilettanti. Se fossero stati più professionali, si sarebbero uniti al coro di coloro che, come tanti in Europa, parlano male di Putin e auspicano l’ingresso dell’Ucraina nella Nato e nell’Unione. Bastava fingere di schierarsi dalla parte giusta e avrebbero potuto continuare ancora a seminare zizzania nella pacifica e libera Kiev.
Anche agli Ucraini però, dobbiamo fare qualche critica. Per quanto efficienti nello scoprire i suddetti pericoli per la sicurezza della nazione, non hanno ancora avuto il coraggio di denunciare i traditori più temerari. Stiamo parlando di due personaggi apprezzati internazionalmente e quindi ancora più pericolosi: Nikolaj Gogol e Michail Bulgakov. Se i servizi segreti di Kiev fossero stati più attenti, avrebbero notato che non uno dei loro libri è stato scritto nella lingua nazionale, l’unica legittimata dal governo di Poroshenko. I due, pur essendo nati in Ucraina, hanno infatti redatto tutte le loro opere soltanto in lingua russa e, grazie alla propaganda moscovita, sono ovunque considerati capisaldi della cultura russa e non ucraina.
Siamo tuttavia convinti che Bruxelles possa comunque essere soddisfatta. Decisioni come queste e quella assunta qualche mese orsono di chiudere alcuni canali televisivi in lingua russa in vista delle future elezioni è la dimostrazione che gli sforzi fatti da noi europei affinché Kiev abbracciasse i nostri valori di libertà e di democrazia hanno cominciato davvero a fare effetto.

* Già deputato, è analista geopolitico ed esperto di relazioni e commercio internazionali.