APEC. Leader favorevoli a un libero commercio messi in difficoltà dalla pandemia di Covid-19

di Alberto Galvi

Per la prima volta in tre anni a Kuala Lampur i leader della 21 nazioni dell’APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation) hanno chiesto in una dichiarazione congiunta a favore di un libero commercio per aiutare un’economia globale messa in difficoltà dalla pandemia di coronavirus. In questo vertice anche la guerra commerciale tra Usa e Cina è stata eclissata dalla pandemia di Covid-19.
I Paesi partecipanti sono stati Australia, Brunei, Canada, Cile, Cina, Hong Kong, Indonesia, Giappone, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Russia, Singapore, Corea del Sud, Taiwan, Thailandia, Papua Nuova Guinea, Perù, Filippine, Usa e Vietnam.
I leader dell’APEC hanno adottato la Putrajaya Vision 2040, una nuova visione di crescita ventennale per sostituire gli obiettivi raggiunti nella città indonesiana di Bogo nel 1994, dove i leader hanno deciso di liberare e aprire al commercio globale e agli investimenti, anche attraverso il lavoro sull’agenda della FTAAP (Free Trade Area of the Asia-Pacific) che propone un aumento dei flussi commerciali e degli investimenti nella regione dell’Asia-Pacifico.
Inoltre hanno discusso su come accelerare la ripresa economica, compreso il riaffermare il sostegno e l’impegno a un sistema commerciale multilaterale basato su regole per il rafforzamento dell’economia digitale e accelerare la creazione di posti di lavoro. Il primo ministro indonesiano Muhyiddin Yassin ha però ricordato agli altri leader che non tutti hanno beneficiato di questa crescita economica basata sull’apertura del commercio globale e degli investimenti.
La dichiarazione congiunta del presidente degli Usa Donald Trump e del presidente cinese Xi Jinping contro le politiche protezionistiche, è arrivata dopo che il vertice virtuale ospitato in Malesia, si sarebbe dovuto incentrare sulle tensioni commerciali in corso tra le due maggiori economie del mondo.
Trump è stato criticato dai suoi alleati dell’Asia-Pacifico per aver saltato per tre anni consecutivi il vertice annuale dell’APEC. Il primo dei tre vertici saltati è stato quello di Manila del 2017, poi nel 2018 in Papua Nuova Guinea dove Cina e Usa non sono riusciti a raggiungere un accordo sul libero commercio e sugli investimenti. L’anno scorso non c’è stata una riunione dei leader dopo che il Cile, il Paese ospitante, l’ha annullata a causa dei disordini politici interni.
Il presidente cinese Xi Jinping, ha chiesto l’istituzione di una zona di libero scambio Asia-Pacifico in tempi brevi. Se la Cina aderisse al CPTPP (Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership), un accordo commerciale tra Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore e Vietnam renderebbe il governo Xi membro di uno dei due maggiori accordi commerciali della regione Asia-Pacifico.
Inoltre Pechino e altre 14 nazioni asiatiche hanno firmato di recente il RCEP (Regional Comprehensive Economic Partnership), il più grande accordo di libero scambio al mondo, mentre Washington non fa parte di nessuno dei due. Ricordiamo però sempre il legame che unisce le due superpotenze, gli Usa hanno una grande quantità di FDI (Foreign Direct Investment) in Cina, mentre Pechino ha un gran numero di buoni del tesoro di Washington.
I leader dell’APEC hanno espresso la speranza che l’amministrazione di Joe Biden si sarebbe impegnata di più contro il protezionismo e avrebbe sostenuto il commercio multilaterale. Il prossimo anno il Paese ospitante il vertice APEC sarà la Nuova Zelanda.