Arabia Saudita. Svolta diplomatica nella crisi tra Qatar e gli altri paesi del Golfo

di Alberto Galvi –

Il ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita ha espresso ottimismo sul fatto di raggiungere un accordo entro pochi giorni che contribuirà ad alleviare una situazione di stallo che ha coinvolto la regione del Golfo dal 2017. Il ministro degli Esteri kuwaitiano, lo sceicco Ahmad Nasser al-Sabah, ha dichiarato che ci sono stati progressi nella risoluzione della controversia, ma si è fermato prima di annunciare qualsiasi svolta.
L’Arabia Saudita, gli EAU (Emirati Arabi Uniti), il Bahrein e l’Egitto non hanno riconosciuto alcun progresso nelle relazioni diplomatiche. Questi paesi il 5 giugno 2017 hanno imposto un boicottaggio diplomatico, commerciale e dei viaggi al Qatar, accusando Doha di sostenere il terrorismo islamico.
Gli EAU e l’Arabia Saudita hanno anche sottolineato il sostegno di lunga data del Qatar ai Fratelli Musulmani, un movimento politico che nessun governo occidentale ha designato come un’organizzazione terroristica, mentre non bisogna dimenticare i legami dell’Arabia Saudita e degli EAU con gruppi estremisti dell’Afghanistan e dello Yeme; inoltre, mentre l’Arabia Saudita e gli EAU sono accusati di fare troppo poco per impedire il flusso di denaro ai gruppi terroristici, il Qatar sembrerebbe aver finanziato a lungo Hamas e mantenuto relazioni dal 2013 con fazioni talebane attraverso un loro ufficio a Doha. Washington, per facilitare i negoziati con i talebani, ha spesso utilizzato questo canale in Qatar.
Per alcuni paesi la speranza per la fine della controversia è svanita rapidamente. Negli ultimi mesi gli EAU sono stati più riluttanti a riparare i loro legami con il Qatar, preferendo concentrarsi sulla costruzione dei loro nascenti legami con Israele, evitando accuratamente qualsiasi crisi diplomatica con l’Iran.
L’obiettivo principale dei recenti colloqui sarebbe stato quello di consentire agli aerei del Qatar di volare sui cieli dell’Arabia Saudita e degli EAU, in cambio i qatarini abbandonerebbero le cause internazionali pendenti contro l’Arabia Saudita. Sono però rimaste irrisolte le questioni di fondo, come le relazioni di Doha con Teheran.
I paesi che boicottano il Qatar lo hanno accusato di minare i tentativi regionali di isolare l’Iran, di cui temono le ambizioni regionali e nucleari, inoltre l’embargo non ha inflitto abbastanza danni al Qatar in quanto si è rivolto all’Iran, alla Turchia e altri per ampliare le sue opzioni commerciali e deviare i suoi voli.
Nel frattempo il consigliere statunitense Jared Kushner è arrivato nella regione del Golfo come parte di un ultimo tentativo per risolvere la crisi della regione. Washington cerca di raggiungere una vittoria finale diplomatica in Medio Oriente prima che Trump lasci l’incarico a gennaio. Kushner ha incontrato il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman nella città di Neom, ma senza raggiungere nessun accordo concreto.
La situazione è di difficile soluzione in quanto l’Arabia Saudita, gli EAU e gli altri stati del Golfo pensano che il Qatar abbia relazioni con gruppi terroristici designati dalle potenze occidentali e in particolare dagli Usa, ma i qatarini sono necessari proprio a quest’ultimi nell’agire da intermediari negli scambi di prigionieri tra altri gruppi terroristici radicali e Washington.