Armenia. Il prossimo 20 giugno è favorita la coalizione My Step Alliance di Ashinyan

di Alberto Galvi

Tra l’Azerbaigian e l’Armenia si è svolto tra settembre e novembre 2020 il conflitto del Nagorno-Karabakh, che si è concluso con la sconfitta dell’Armenia e la presa di controllo di diverse province della regione da parte di Baku. L’esercito armeno ha lottato ma senza successo, e la fine della guerra è arrivata con la firma di un accordo di pace, il 9 novembre 2020. A seguito della sconfitta, ma anche per la difficile crisi politica che risale a ben prima del conflitto, il primo ministro Nikol Pashinyan ha annunciato lo scorso 18 marzo che si sarebbero tenute elezioni anticipate il 20 giugno. 
Il 25 aprile Pashinyan ha presentato ufficialmente le sue dimissioni formali, ma sta continuando a ricoprire la carica di primo ministro ad interim fino alle elezioni anticipate, che saranno le terze negli ultimi cinque anni.
Nell’arco di due settimane il parlamento ha tentato senza successo di individuare un nuovo premier, come richiede la Costituzione, ma dopo il secondo tentativo fallito il 10 maggio il parlamento è stato ufficialmente sciolto e il presidente Armen Sarkissian ha annunciato la data delle elezioni per il 20 giugno.
La Commissione elettorale centrale dell’Armenia ha consentito a 22 partiti e 4 coalizioni di candidarsi; attualmente sono 132 i membri eletti direttamente nei collegi uninominali con voto di rappresentanza proporzionale per un mandato di 5 anni.
I partiti dovranno ottenere almeno il 5 per cento dei voti per essere rappresentati nel parlamento. Nelle ultime elezioni generali tenutesi nel dicembre 2018 solo tre gruppi hanno superato queste soglie: l’alleanza che attualmente è al potere, My Step Alliance, e i partiti di opposizione BHK (Prosperous Armenia) e LHK (Bright Armenia).
Dal 1 gennaio 2022 la soglia di sbarramento che i partiti devono garantire per essere rappresentati in parlamento sarà ridotta dal 5 per cento al ​​4 per cento. La soglia di sbarramento delle coalizioni sarà aumentata dall’attuale 7 per cento all’8 per cento, ma questi nuovi i limiti non si applicheranno alle elezioni del 20 giugno.
Tra gli altri principali contendenti alle elezioni ci sono le forze politiche guidate dai tre ex presidenti dell’Armenia: Levon Ter-Petrosian con il partito ANC (Armenian National Congress), Robert Kocharian guiderà l’alleanza tra RAP (Reviving Armenia Party) e ARF (Armenian Revolutionary Federation) e Serzh Sarkisian con il partito RPA (Republican Party of Armenia).
Il parlamento armeno ha adottato modifiche al codice elettorale del paese che secondo l’opposizione mira ad aiutare il primo ministro Nikol Pashinian a vincere, e difatti solo i parlamentari filogovernativi di My Step Alliance hanno votato a favore delle modifiche.
A svantaggio di Pashhinian c’è la mancanza di esperienza sia in politica estera che in ambito di sicurezza nazionale, mentre il sostegno di molti indecisi che considerano prioritaria la sicurezza nazionale del paese è aumentato nei confronti dell’ex presidente Robert Kocharyan dell’Armenia Alliance, a causa del recente periodo di guerra.