Arrestata in Canada la direttrice finanziaria di Huawei. E’ nuovamente tensione diplomatica fra Cina e Usa

di Guido Keller

Un passo avanti ed uno indietro. Così potrebbe essere inquadrata la fotografia delle relazioni commerciali ma anche politiche di Usa e Cina, dopo che il 1. dicembre (la notizia si è saputa solo oggi) la direttrice finanziaria del gigante cinese Huawei, Meng Wanzhou, figlia del fondatore ed oggi ad. Ren Zhengfei, è stata arrestata a Vancouver all’aeroporto, in uno scalo di transito. Alla base dell’arresto vi è un mandato degli Stati Uniti, e la richiesta per l’estradizione verrà valutata dai giudici canadesi domani.
Per gli inquirenti statunitensi il colosso di Wanzhou avrebbe intrattenuto relazioni commerciali con l’Iran, paese sottoposto alle sanzioni di Washington, ma la cosa è da leggersi anche in chiave politica dal momento che non da oggi gli Usa accusano la Huawei di servirsi delle infrastrutture strategiche delle telecomunicazioni, in particolare la rete 5G, per spiare aziende, apparati governativi ed utenti. Al punto che solo pochi giorni fa c’è stato l’invito della Casa Bianca ai paesi alleati di non servirsi della telefonia Huawei, ed è notizia di oggi che anche la British Telecom ha comunicato la cessazione di ogni rapporto per il “rischio spionaggio”. Già nel 2012 una speciale Commissione del Congresso Usa aveva indicato nel suo rapporto che “Sulla base di informazioni segrete e non segrete raccolte, Huawei e Zte non possono garantire la loro indipendenza rispetto all’influenza di uno stato straniero e questo costituisce di conseguenza una minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti e del nostro sistema”.
Così, se in occasione del recente incontro al G20 di Buenos Aires tra il presidente Usa Donald Trump e quello cinese Xi Jinping si era parlato di un “disgelo” nella  guerra dei dazi, oggi le posizioni tornano ad irrigidirsi e già si parla di crisi diplomatica, con Pechino che si riferisce all’arresto della Meng come a”una seria violazione dei diritti umani”. Il il portavoce del ministero degli Esteri, Geng Shuang, ha comunicato in conferenza stampa che Abbiamo presentato rimostranze formali a Canada e Stati Uniti, chiedendo che entrambi chiariscano immediatamente le ragioni dell’arresto e liberino subito l’arrestata per proteggere i diritti legali della persona”, mentre la Huawei ha emesso una nota in cui viene ribadito che non vi è alcuna influenza del governo sull’azienda.