Brexit. Johnson “minaccia” l’Ue: via il Backstop o niente accordo

di Elisabetta Corsi

Il premier britannico Boris Johnson ha ribadito ieri la linea dura facendo capire che non interagirà con l’Unione Europea fino a quando questa non farà un passo indietro sul Backstop ed opterà per abolirlo insieme all’accordo sulla Brexit. Due opzioni che per ora l’Unione Europea ha escluso categoricamente.
Ricordiamo che il Backstop è una questione tutt’altro che secondaria dal momento che la mancata chiusura del confine nord irlandese rappresenterebbe una valvola attraverso la quale passerebbero persone (già oggi 30mila al giorno) e merci senza controlli: che senso avrebbe la Brexit nel momento in cui agli esportatori diretti da e all’Ue basterebbe recarsi in Irlanda per portare le merci in e dalla Gran Bretagna?
C’è poi la questione unionista: l’essere sia l’Irlanda che la Gran Bretagna nella stessa Unione Europea ha di fatto posto fine alla lotta armata dell’Ira come pure ai numerosi attentati terroristici operati dai sostenitori dell’uscita dell’Irlanda del Nord per l’annessione alla Repubblica d’Irlanda.
Il primo ministro irlandese, Leo Varadkar, ha così avvertito che un’uscita senza accordo potrebbe portare un maggior numero di persone in Irlanda del Nord a voler riunificarsi con l’Irlanda, quindi a cercare l’indipendenza dal Regno Unito.
Secondo il Guardian Johnson avrebbe comunicato telefonicamente con Angela Merkel dicendo che l’unico modo per trovare un accordo è smantellare il Backstop, altrimenti si devono preparare per un uscita senza accordo.
La possibilità di dialogo c’è e il Regno Unito è pronto a discutere, ma solo se vengono rispettate le sue condizioni risistemando l’accordo in modo che possa essere approvato dal Parlamento.
Se il nuovo premier non ha ancora parlato con l’Unione Europea, si è invece sentito con il presidente Usa Donald Trump, che lo ha chiamato per congratularsi e discutere delle opportunità commerciali tra i due paesi che offrirebbe la Brexit. Da quanto si è saputo, i due hanno discusso anche della crisi iraniana.
Boris Johnson sarebbe stato invitato per una visita a Berlino dalla cancelliera Angela Merkel e anche da Emmanuel Macron in Francia.
Michael Roth, ministro di stato tedesco per l’Europa ha dichiarato che “Johnson ha sbagliato a credere che l’Europa si lascerà ricattare”, “il mio messaggio al nuovo primo ministro britannico è molto chiaro. Boris, la campagna elettorale è finita. Calmati”. Amelie de Montchalin, ministro per gli Affari europei francese, ha dichiarato che “entrambe le parti dovrebbero evitare giochi, gesti e provocazioni a soli tre mesi dall’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea”.
Sul fronte interno si trova impegnato su diverse politiche ambiziose, tra cui quella per una nuova linea ferroviaria tra Manchester e Leeds. Il processo della Brexit è bloccato ma la priorità rimane quella di lasciare l’Ue con un accordo. Però per farlo bisogna riaprire le trattative di ritiro prima del 31 ottobre e rimettervi mano. In caso di insuccesso resta solo la Brexit senza accordo.
Sarebbe invece già saltato il primo ministro, Tobias Ellwood, ministro della Difesa junior, che si opponeva fortemente a un’uscita senza accordo Invece Johnson vuole rispolverare per sé il ruolo di ministro dell’Unione, supplementare al suo premierato.