di Alberto Galvi –
Con una lettera del ministero degli Esteri, le autorità del Burkina Faso hanno fatto sapere l’intenzione di voler espellere l’ambasciatore francese Luc Hallade. Il fatto indica l’ulteriore deterioramento delle relazioni tra il Burkina Faso e l’ex potenza colonizzatrice, la quale mantiene forti legami con altre ex colonie dell’Africa occidentale e dispone in quell’area di forze speciali.
Le proteste degli oppositori della presenza militare francese in Burkina Faso sono aumentate in questo anno, in parte legate alla percezione che la Francia non abbia fatto abbastanza per affrontare l’insurrezione jihadista che si è diffusa negli ultimi anni dal vicino Mali.
La prolungata insicurezza ha portato a instabilità politica e a due colpi di Stato militari in Mali, nell’agosto 2020 e nel maggio 2021, come pure in Burkina Faso nel gennaio e nel settembre 2022. Il giorno del secondo colpo di Stato e il 18 novembre folle inferocite hanno preso di mira l’ambasciata francese, il centro culturale e la base militare francese in Burkina Faso. I manifestanti hanno chiesto alla Francia di andarsene e hanno invitato le autorità militari ad interim a chiedere aiuto alla Russia per combattere i ribelli, come sta facendo in Mali.
Dopo il secondo colpo di Stato il governo del Burkina Faso ha accusato la Francia di sostenere il capo militare deposto Paul-Henri Sandaogo Damiba nella pianificazione di una controffensiva. Finora il governo ad interim del Burkina Faso non sembra voler interrompere le relazioni diplomatiche con la Francia, mentre il ministro degli Esteri si è detto favorevole alla sostituzione di Hallade.