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Come da tradizione, il regime nordcoreano non ha offerto spiegazioni circa i lanci di missili balistici avvenuti stamane dalla regione orientale di Wonsan. I due vettori hanno volato per circa 250 km a un’altitudine di 30 km prima di inabissarsi nel Mar del Giappone. Solo una settimana fa dalla stessa base erano stati lanciati due missili a corto raggio inabissatisi rispettivamente a 430 e a 700 chilometri a est, nel Mar del Giappone.
La cosa è da leggersi nel tentativo del leader Kim Jong-un di sbloccare la fase di stallo in cui si trovano i negoziati con gli Usa al fine di arrivare ad una sospensione delle sanzioni che stanno strangolando tenendo il paese.
Non ha neppure sortito effetto l’incontro improvvisato del 1 luglio presso la Dmz, la zona demilitarizzata al confine tra le due Coree, al valico di Panmunjom tra Kim e il presidente Usa Donald Trump: la fase di stallo è determinata dal fatto che la Corea del Nord sarebbe disposta a cedere sul proprio programma nucleare, ma vorrebbe la denuclearizzazione dell’intera penisola, cosa tra l’altro appoggiata dal russo Vladimir Putin.
Trump invece pretende che a cedere sia solo la Corea del Nord e di continuare a mantenere in Corea del Sud il contingente di 33mila militari nonché armi di ogni genere.
