Coronavirus: ecco perchè nell’Antartide non c’è ancora nessuna presenza del COVID-19

di Alberto Galvi

Da quando ha registrato i suoi primi casi in Cina a dicembre, la pandemia di coronavirus si è diffusa in tutto il mondo, colpendo circa 1,8 milioni di persone e facendone morire oltre 100 mila.
Tuttavia, c’è un continente che il COVID-19 non ha raggiunto. L’Antartide deve ancora subire un singolo caso di infezione da COVID-19 nelle dozzine di basi di ricerca internazionali che costeggiano la costa del continente di più recente scoperta. La più grande base è la stazione americana di McMurdo, che può ospitare fino a 1.200 persone.
In totale, ci sono circa 80 basi in Antartide, che di solito ospitano più o meno 5 mila persone. Tra i paesi che hanno le basi ci sono: Stati Uniti, Cile, Argentina, Regno Unito, Spagna e Cina.
L’Antartide non ha né un governo né popolazione indigena, mentre viene utilizzato come riserva scientifica. Il trattato antartico è entrato in vigore nel 1961 con le seguenti regole: l’’attività militare è vietata, così come la ricerca di minerali. All’incirca 50 stati, tra cui Russia, Cina e Stati Uniti, hanno ora ratificato il trattato e i relativi accordi.
I governi però vogliono davvero sapere cosa c’è sotto il ghiaccio, anche se il petrolio antartico è estremamente difficile e costoso da estrarre.
Per ora è impossibile prevedere come sarà l’economia globale nel 2048, ma quando il protocollo che vieta la prospezione antartica verrà rinnovato, allora l’Antartide diventerà davvero terreno di conquista delle grandi potenze.
Il Trattato Antartico ha sospeso tutte le rivendicazioni territoriali, ma ciò non ha impedito la flessione generale delle regole. Il modo migliore per capire cosa potrebbe nasconderci è agire come se ogni paese fosse il proprietario del posto dove sta.
Nessun continente è immune dal COVID-19, compreso l’Antartide. Inoltre la maggior parte delle basi sarebbe in grado di gestire un singolo caso di grave infezione respiratoria, ma farebbe fatica a contenerne uno che si diffonde rapidamente come il coronavirus. Finora non c’è stato modo di garantire che alla fine non si diffonderà anche in questo continente.
L’unico aspetto pratico della pandemia in cui che è stato coinvolto l’Antartide, è la questione delle rotte e dei mezzi di trasporto per arrivarci dalle diverse parti del mondo. Alcune delle solite rotte, come attraverso il Cile via nave o aereo, sono state chiuse a causa dei blocchi.
Le persone del BAS (British Antarctic Survey) vengono trasferite alle Isole Falkland con l’intenzione di trasportarle nel Regno Unito con la RAF (Royal Air Force). Questo richiederà del tempo, quindi l’agenzia di ricerca sta anche noleggiando una nave da crociera per fungere da alloggio temporaneo.
Nei mesi scorsi è stato un compito difficile tenere a bada il coronavirus in Antartide, in quanto da ottobre a febbraio ci sono i mesi estivi. In questo periodo dell’anno la sua popolazione di scienziati e di personale militare è al massimo del loro numero e quindi aumenta il rischio di diffusione del virus.
In inverno invece le temperature precipitano, molte stazioni chiudono e altre rimangono aperte con personale ai minimi necessari e quindi diminuisce la capacità di diffusione del coronavirus più che in qualsiasi altra parte del pianeta.