La mediazione nei conflitti internazionali

di Maddalena Pezzotti

La mediazione costituisce un metodo alternativo di risoluzione delle controversie internazionali, nel quale un attore terzo, neutrale e imparziale, facilita il dialogo in un contesto organizzato, per aiutare le parti a raggiungere un accordo finale soddisfacente. É una modalità di gestione di un processo di pacificazione che viene innescata quando gli antagonisti, da soli, non sono in grado di appianare il dissidio. A livello macro, due o più parti possono richiedere l’aiuto di una terza, o può essere questa stessa a offrirsi, nel momento in cui l’escalation ha preso una direzione che potrebbe generare, o sta già creando, situazioni di violenza, o ancora quando la soluzione alla gravità del problema, o all’efferatezza degli scontri, pare lontana dal trovarsi. In essenza, la mediazione è un negoziato – quest’ultimo di norma avviato tra due o più stati o fazioni implicati in maniera diretta in questioni conflittuali -, con l’aggiunta di un altro soggetto, estraneo alle vicende.
La sua caratteristica principale è quella di non essere coercitiva e, in ultima analisi, non vincolante. I mediatori, infatti, non hanno l’autorità di costringere le parti a superare le loro divergenze, come nelle procedure arbitrarie e legali, nelle quali si concede delega totale a soggetti indipendenti e qualificati che emettono pareri e indicazioni inderogabili. Proprio tale dimensione favorisce un ruolo per le organizzazioni non governative, altrimenti escluse dalla mediazione internazionale. I mediatori si inseriscono in una disputa per dirimerla o modificarla, portando con sé un bagaglio personale, istituzionale e culturale, fatto di idee, conoscenze, e risorse, con un peso specifico nell’andamento dei colloqui. Il loro intervento, oltre a dover essere contrassegnato da pratiche non invasive, è fondamentale che rimanga limitato nel tempo.
I mediatori assistono nell’identificazione e articolazione di bisogni, interessi e priorità, nella salvaguardia dell’interazione, e la coerenza d’insieme, di fattori di ordine sociale, economico e identitario, in aggiunta alle tensioni percepite e le aggressioni accertate. Possono concentrarsi sulla dinamica specifica che ha scatenato le ostilità, oppure sulla trasformazione profonda delle relazioni, svolgendo un lavoro sempre di natura politica. Le diverse tipologie di approccio non sono da considerarsi separate, piuttosto sono elementi la cui rilevanza, sequenza e complementarietà vengono vagliate caso per caso, nella costruzione di mete solide e durature. L’accordo al termine di questo iter rappresenta il punto di approdo del confronto e le discussioni delle parti e serve sia come base deliberativa nel presente sia come riferimento per il futuro.