Cpi. Assolto il congolese Mathieu Ngudjolo Chiu

di Giacomo Dolzani –

Dopo la contestata assoluzione del leader Kosovaro dell’Uck, Ramush Haradinaj, accusato di crimini contro l’umanità ai danni della popolazione serba nel biennio ’98-’99, un’altra sentenza destinata a far discutere è stata emessa oggi dalla Corte Penale Internazionale dell’Aja, questa volta riguardante l’ex capo della milizia congolese, Mathieu Ngudjolo Chiu, che è stato prosciolto da tutti e sei i capi d’imputazione a suo carico, che andavano dall’omicidio alla schiavitù sessuale ed all’utilizzo di bambini soldato di età inferiore ai 15 anni.
A dire della Corte, l’accusa non è stata in grado di dimostrare la veridicità delle affermazioni che imputavano a Chiu la responsabilità di aver ordinato e di aver preso parte, nel 2003, a diversi attacchi contro villaggi situati nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo, nel periodo in cui era a capo del Fronte Nazionale Integrazionista (Fni) e della Forza di Resistenza Patriottica nell’Ituri (Frpi).
Questi ultimi erano gruppi armati, sviluppatisi durante la guerra dell’Ituri, regione nordorientale della repubblica, che ha visto contrapposte due etnie, Lendu, gruppo di cui faceva parte anche Chiu, ed Hema, per il controllo delle risorse minerarie e che, secondo le stime, causò oltre 60.000 vittime.
Il massacro più grave si verificò il 24 febbraio 2003, contro il villaggio di Bogoro, che venne raso al suolo dalle truppe del Fni ed in cui persero la vita circa 200 persone: secondo l’accusa le atrocità furono ordinate dall’imputato, che dal canto suo ha sempre negato.
Il 6 febbraio del 2008 Ngudjolo è stato arrestato dalle autorità locali e condotto alla Corte dell’Aja per essere processato ed oggi, date le testimonianze confuse e contrastanti portate dall’accusa e l’insufficienza di prove a carico dell’imputato, il giudice francese Bruno Cotte ha pronunciato la sentenza, in cui si afferma che “la Corte assolve Mathieu Ngudjolo Chui da tutti i capi di accusa contro di lui e ne ordina l’immediato rilascio” aggiungendo che la decisione è stata presa all’unanimità.
Restano quindi ancora misteriosi, almeno secondo la legge, i mandanti dei massacri che hanno insanguinato il Congo nel decennio scorso e che sono passati praticamente inosservati in Occidente, al pari di quelli perpetrati in molti altre nazioni, anche europee, per i quali non ci sarà probabilmente mai un colpevole.